Antonio Bellocco, 39 anni, di Rosarno, è stato ucciso a coltellate ieri mattina a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese. Ad ucciderlo Andrea Beretta, capo ultrà della curva dell’Inter alla quale anche Bellocco era legato. Bellocco era considerato l’erede dell’omonima famiglia ‘ndranghetista, basata a Rosarno. Era infatti il nipote del boss storico, e il figlio di Giulio Bellocco, morto nel gennaio scorso nel carcere di Opera dove si trovava detenuto in regime di 41 bis. Egli stesso aveva precedenti per reato di crimine organizzato. Il suo arrivo, da circa un anno, nel direttivo ultrà dell’Inter, avrebbe creato malumori nella gestione della curva, attriti che potrebbero essere alla base della lite che ieri mattina è finita prima con il ferimento di Beretta e poi con l’omicidio di Bellocco. Andrea Beretta, capo ultrà dell’Inter, è stato arrestato per l’omicidio di Antonio Bellocco. Secondo le prime informazioni la lite tra i due ultrà sarebbe scoppiata all’uscita della palestra, una scuola di pugilato in via Besozzi 2, dove si erano andati ad allenare. Al culmine dell’alterco, dentro una vettura Smart parcheggiata a ridosso del cortile, Bellocco avrebbe sparato con una pistola a Beretta. Nonostante fosse stato ferito ad una gamba, Beretta avrebbe a quel punto accoltellato Bellocco alla gola, uccidendolo. Soccorso dal 118, Beretta è stato portato in codice giallo all’ospedale San Raffaele di Milano. La Procura di Milano, oltre alla ricostruzione della dinamica dell’omicidio di Antonio Bellocco, 36 anni, accoltellato alla gola da Andrea Beretta, indaga anche sui rapporti tra i due: il primo legato alla ‘ndrangheta ma anche agli ultrà dell’Inter, il secondo capo degli ultras nerazzurri. Si scava, dunque, si apprende negli ambienti giudiziari, su relazioni e su presunti business illeciti che avrebbero portato a motivi di contrasto.