CATANZARO. “Lo slogan “Tornare alla terra” del Governo nazionale deve trovare accoglimento e rilancio nel governo regionale, per le competenze e scelte che esso può compiere. Troppi sono i temi da affrontare e molte le cose da fare”. È quanto si afferma in un comunicato di Coldiretti che invita la Regione a guardare con più attenzione all’agricoltura e all’agroalimentare. “Sarà pure il traino e l’entusiasmo per l’indubbio successo di Expo Milano – riporta la nota di Coldiretti – certo è che il Governo Nazionale sta rispettando gli impegni assunti nel settore agricolo e agroalimentare a partire ad esempio dall’abolizione di Imu e Irap, come aveva annunciato un mese fa il presidente del Consiglio Renzi alla platea di Coldiretti in occasione della giornata nazionale dell’agricoltura. E poi, lo stanziamento di 140 milioni di euro in due anni per finanziare il programma di agevolazioni assicurative in agricoltura contro le calamità naturali per sostenere i redditi delle imprese con opportuni strumenti di gestione del rischio. La Calabria dovrebbe approfittare di questo trend positivo e concentrarsi su questo settore quanto mai necessario a sostenere la crescita economica e sociale. Almeno per ora però, l’operatività e i risultati sono molto diversi”. “Investire su agricoltura e agroalimentare – sostiene il presidente regionale di Coldiretti, Pietro Molinaro – non è un pensiero da “premio Nobel”. Basta guardare fatti e dati socio-economici e alla vigilia del “forse” assestamento di bilancio e comunque del Def (Documento Economico Finanziario) e del Bilancio Regionale di Previsione si impone con forte pragmatismo, affrontare le diverse problematiche. Coldiretti non è per il “rubinetto” che è un meccanismo pericoloso, però per scelte selettive questo certamente sì. Vale sia per gli investimenti che per la revisione della spesa. Accompagnare il Psr 2014-2020, con politiche virtuose di bilancio e quindi anche qualificando la spesa che, non vuol dire aumentarla. Coldiretti si aspetta molto e continuerà ad incalzare Consiglio e Giunta regionale sperando che i cardini delle porte si aprano, perché a questo punto, non basta nemmeno più una “sana fierezza” patrimonio degli agricoltori”.