REGGIO CALABRIA. “Formalmente incensurato, eppure il suo nome appariva da tempo in tutte le più importanti indagini sui legami tra mondo degli affari e ndrangheta”. Così il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, ha tratteggiato la figura di Pasquale Rappoccio, imprenditore del ramo sanitario e sportivo, che insieme al costruttore edile Pietro Siclari, è stato destinatario di un provvedimento di confisca dei beni per oltre 200 milioni di euro. “Rappoccio e Siclari – ha proseguito de Raho – sono da considerarsi stabilmente come riferimento delle cosche Tegano, Alvaro, Condello, Barbaro e Libri, grazie alle quali hanno, negli ultimi venti anni, raggiunto livelli di fatturato e di guadagno assolutamente stridenti rispetto all’entità delle dichiarazioni dei redditi. Voglio inoltre ringraziare non solo la Dia di Reggio Calabria e il comando provinciale della Guardia di Finanza per il lavoro puntuale e approfondito ma soprattutto il Tribunale delle Misure di Prevenzione che con un organico ridotto all’osso, con soli tre magistrati, ha raggiunto livelli di assoluta preminenza in campo nazionale per quel che riguarda l’accertamento e la lotta alle ricchezze accumulate dalla ndrangheta in dispregio della legge e intossicando il gioco del libero mercato”. Cafiero de Raho, con riferimento al ruolo di Rappoccio, ha ricordato come “egli appaia già, titolare della società Medinex operante nel settore delle forniture sanitarie, nelle indagini a seguito dell’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, che aveva formalmente denunciato gravi irregolarità contabili e amministrative commesse nell’ospedale di Locri, denunce che purtroppo hanno trovato riscontro dopo anni dalla sua morte”. Soffermandosi su Siclari, de Raho ha ricordato come “l’imprenditore edile fosse da tempo inserito, con l’operazione Olimpia, nel comitato d’affari che sovrintendeva il sistema degli appalti pubblici e privati a Reggio Calabria. In tutti e due i casi si tratta di due personaggi dell’imprenditoria reggina che dimostrano estrema facilità nell’interfacciarsi con elementi di primissimo piano delle cosche della ‘ndrangheta reggina, grazie ai quali chiedono e sono ricevuti in udienza da altri capi ndrangheta della provincia”. Tra le quote societarie confiscate a Siclari, spicca il 24,77% della Gesam spa, società proprietaria del Grand Hotel de la Ville di Villa San Giovanni; il 28,85 % del Piccolo Hotel, ubicato nella stessa cittadina; il 50% della Welcome Investments Italia srl, che detiene l’80% del complesso alberghiero Villaggio Jonio Blu, di Bianco, nella Locride. A carico di Rappoccio, sono state confiscate l’89% delle quote societarie della Nuovo Basket Viola Reggio 98, il 26% della Gesam, il 28,86% del Piccolo Hotel. Alla conferenza stampa, con de Raho, erano presenti i comandanti della Dia Gaetano Scillia, e della Guardia di finanza Alessandro Barbera.