CATANZARO. “Il rapporto Bankitalia sulle economie regionali certifica il perdurare di una situazione molto negativa in Calabria, dove si stenta ad agganciare il treno della ripresa. Il governo nazionale dovrebbe prendere atto della complessità e gravità di quanto sta avvenendo nella nostra regione, soprattutto in alcuni comparti chiave come l’edilizia. La Calabria è parte dell’Italia e il suo futuro non può essere una questione demandata e delegata in toto alla classe dirigente locale”. E’ l’analisi di Francesco Berna, presidente del collegio calabrese dell’Associazione nazionale costruttori edili. “Abbiamo apprezzato – prosegue – la presa di posizione del presidente Oliverio con l’indicazione chiara delle linee direttrici lungo cui si svilupperà l’azione del governo regionale nei prossimi anni ma abbiamo la fondata preoccupazione, se non addirittura la certezza, che questi sforzi si riveleranno vani senza un intervento forte dello Stato. L’Italia, per la prima volta dopo tanti anni di austerità e misure di rigore, sta per assistere al varo di una legge di Stabilità espansiva e che prevede investimenti. Tuttavia non possiamo non osservare come le attenzioni del governo siano state esclusivamente orientate verso le regioni del centro e del nord mentre il masterplan per il Sud è ancora fermo a linee guida molto generali. E gli unici provvedimenti previsti per le regioni meridionali sono dei contentini, che non spostano nulla e che rischiano solo di aggravare la sperequazione sociale ed economica esistente tra l’area più sviluppata del Paese e quella più debole. Unici esempi di misure previste per il Sud l’estensione da due a tre anni degli sgravi per nuove assunzioni ma solo nella misura del 40% e un credito d’imposta derivante da investimenti in misura non superiore al 10-15%. Briciole che non attiveranno mai le leve della ripresa, men che meno in una realtà depressa e critica come la nostra, dove la percentuale di occupati si attesta alla metà di quella delle regioni più sviluppate e la mancanza di lavoro rappresenta una bomba sociale innescata. In tutto questo, stigmatizziamo l’assoluta inerzia dei parlamentari calabresi e meridionali che accettano passivamente tali imposizioni senza riuscire ne’ a incidere ne’ a rappresentare a Roma gli interessi sani della nostra comunità”. “La timida ripresa registrata in Calabria – afferma Berna sul merito del rapporto Bankitalia – si mantiene su livelli molto più bassi rispetto al resto del Paese e anche dello stesso Mezzogiorno. Ma alcuni settori non escono dalla crisi. Per quanto attiene all’edilizia, osserviamo che si sta lentamente arrestando l’emorragia di fatturato, occupazione e fallimenti, ma questo non vuol dire, come ammette lo stesso istituto, che ci sia stata un’inversione di tendenza. Semplicemente ci stiamo attestando ai livelli di alcuni decenni fa come dimostra inequivocabilmente il fatto che la richiesta di credito per i privati non riguardi l’acquisto di case”. A proposito dei rapporti con gli istituti finanziari, Berna rimarca “la persistente difficoltà di accesso al credito. Senza una politica seria del credito, su cui chiediamo al governo di impegnarsi immediatamente e con efficacia, il sistema economico, già collassato, finirà per implodere”. Infine un richiamo alla “pressione tributaria mostruosa, degna di un vero e proprio Leviatano, che paralizza il tessuto economico e di fatto limita la libertà costituzionale di iniziativa economica privata. Abbiamo visto come, per ragioni ben chiare legate al piano di rientro imposto dai commissari prefettizi impegnati per due anni al Comune, Reggio sia la città italiana dove si pagano più tasse. Anche questo è un segno – conclude Berna – del sostanziale stato di vassallaggio delle forze produttive, professionali e imprenditoriali nei confronti di un sistema fiscale che si prende tutto senza restituire alcunché in termini di servizi e opportunità di business”.
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