CATANZARO. “Cosa farò? Se c’è una proposta politica seria e non la marmellata che vuole andare a sinistra, e una lista dell’Udc che intende misurarsi anche con coerenza dicendo ai calabresi che, comunque, rimane una dignità da difendere, io sono a disposizione. Agli inciuci per fare desistenze a sinistra o quant’altro non parteciperò anche a costo di fare, come si dice in gergo automobilistico, un pit stop”. Lo ha detto l’assessore regionale Alfonso Dattolo dell’Udc. “Non mi ritengo il migliore degli amministratori – ha aggiunto Dattolo – ma sono uno che ha cercato di metterci l’impegno e la faccia. Quindi, farmi dare dell’impresentabile da parte di chi non può dare la patente a nessuno, ritengo sia stata un’offesa che i vertici del mio partito non avrebbero dovuto consentire. Questa è l’amarezza che avverto. Per me è incomprensibile cosa sia successo nell’area politica di centro e anche nel centrodestra calabrese. C’è un patrimonio che qualcuno ha svenduto, forse per interessi suoi. Questa è la mia analisi”. “Secondo me – ha sostenuto ancora Dattolo – si è morti di tattica con qualcuno che ha avuto la regia e forse il compito di distruggere questo partito. Questo è quanto purtroppo sono costretto a registrare. Ora, se devo pagare il fatto di avere militato dal 2002 nell’Udc, perché qualcuno possa pensare di giocare sulla mia pelle questo non lo consento fosse anche il segretario nazionale o qualsiasi altro autorevole rappresentante del mio partito perché ritengo che, ognuno di noi, prima di una dignità politica ne abbia una umana. E ripeto: in questa regione non sono molti quelli che possono dare la patente di candidabilità a qualcuno. Anche di quelli che saranno protagonisti il 24 di novembre. Tra l’altro sono gli stessi che ti dicono che sei impresentabile e poi ti chiamano per chiederti se vuoi fare parte, singolarmente, della lista. Questo mercanteggiamento non mi interessa”.