CATANZARO. “Le recenti dichiarazioni del sottosegretario Delrio relative alla volontà del Governo di avocare le risorse del Programma Garanzia Giovani Calabria vanno nella direzione opposta alla creazione di una necessaria sinergia fra Istituzioni, indispensabile al successo dell’iniziativa”. Lo affermano, in una nota congiunta, il segretario generale della Cisl Calabria Paolo Tramonti ed il segretario regionale Giuseppe Lavia. “Certamente – proseguono – il programma calabrese registra ritardi, dovuti in gran parte al fatto che la presa in carico è affidata ai Cpi, che, dopo anni di colpevole abbandono da parte del Governo, sono stati chiamati a gestire tutta la partita delle presa in carico dei Neet, che nella solo Calabria sono circa 129.000. Rispetto a tale scelta come Cisl a tutti i livelli, abbiamo espresso a suo tempo perplessità, in assenza di un efficace processo di riforma dei servizi per il lavoro. è evidente che va impressa una decisa accelerazione al Programma, dato comune anche ad altre Regioni, perché al 24 ottobre, in base ai dati di monitoraggio, su 13.037 giovani calabresi che hanno aderito, solo poco più del 4% (563 giovani) è stato preso in carico dai Cpi. Alla Cisl ed ai lavoratori ed ai giovani calabresi non interessano le polemiche ma i fatti concreti. Al Governo e al sottosegretario Delrio diciamo con chiarezza che, se ha veramente a cuore le sorti della Calabria e dei calabresi, faccio il suo, batta finalmente un colpo, mantenendo fede agli impegni assunti. Nel quadro di drammaticità sociale che vive la Calabria, rispetto al quale il recente rapporto Svimez offre uno spaccato impietoso, non è più tollerabile nessun rinvio rispetto agli impegni assunti relativi allo sblocco delle risorse per gli ammortizzatori in deroga, ad iniziare dai residui 2013 e alla pubblicazione decreti attuativi per definire i criteri per la contrattualizzazione degli Lsu-Lpu calabresi”. “Riteniamo – concludono Tramonti e Lavia – che questi provvedimenti siano indispensabili e non più rinviabili per attenuare tensioni sociali e dare certezze minime a precari e percettori”.