COSENZA. “Il Movimento Diritti Civili, dopo avere costituito, tra i primi in Italia, un Comitato per il NO al referendum costituzionale e iniziato ufficialmente sul proprio sito (www.diritticivili.it ) la campagna referendaria, rivolge a tutti i Comitati del NO un appello per la costituzione di un coordinamento nazionale per una battaglia comune e per contrastare il vergognoso abuso della Rai, nazionale e regionale, che continua a fare, utilizzandola come suo megafono personale, il Presidente del Consiglio, per ingannare gli italiani con la sua pericolosa riforma-obbrobrio della Costituzione”. É quanto si afferma in un comunicato del movimento. Il leader di Diritti Civili, Franco Corbelli, a tale proposito, propone di “nominare Portavoce unico nazionale dei Comitati del NO, espressione della società civile, un personaggio autorevole, popolare, credibile e coerente, un non politico, un indipendente assoluto da partiti e lobby: il giornalista Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, che con il suo giornale è impegnato quotidianamente sul fronte referendum per denunciare tutte le bugie di Matteo Renzi e gli scandali della Rai e degli altri media completamente e vergognosamente asserviti al Premier”. “Pur essendo, per la mia lunga storia garantista – afferma Corbelli – assai spesso in disaccordo con Travaglio sul tema della giustizia, ritengo che sia il personaggio ideale per rappresentare nei dibattiti e nelle manifestazioni, in tv e nel Paese, le ragioni del NO in questa storica, aspra e impari, per lo strapotere istituzionale e mediatico del Premier, che sconfina quasi nella illegalità, battaglia referendaria. Il mio auspicio è che ci si coordini, anche con i partiti schierati per il NO, per vincere la difficile, importante, decisiva e storica battaglia referendaria di ottobre, per difendere non solo la nostra Costituzione ma il futuro democratico del nostro Paese, seriamente e concretamente minacciato da una subdola, ingannevole riforma costituzionale che rischia di consegnare l’Italia nelle mani di un uomo solo (oggi Renzi), con conseguenze drammatiche e nefaste per la democrazia, come ricorda e ammonisce la storia non solo italiana”.