Siamo nell’Era dell’informazione. Il XXI secolo ha visto un’impennata dell’informazione, recepiamo ogni giorno una quantità gigantesca di contenuti e, grazie ad essi, costruiamo delle opinioni. Ma quanto sono basate sull’autenticità? La riflessione parte dalla frase di un amico che, cito testualmente: “Quando chiedevo ad un mio parente chi avesse scritto sui muri NO AL NUCLEARE, costui non rispondeva semplicemente ‘gli ambientalisti’ ma ‘Quelle merde degli ambientalisti’. Ogni informazione è veicolata dalle credenze, dalle aspettative, dalle ideologie di chi la esprime e la diffonde, pur cercando di essere più oggettivo possibile. Esiste dunque la verità riportata? Estremizzando: ogni evento raccontato da chiunque subisce le modificazioni del nostro filtro personale, di conseguenza ogni evento non verrà mai riportato esattamente come accaduto ma sempre, seppure impercettibilmente, modificato. A volte può bastare una parola, un modo di dire, una “consecutio temporum” per stravolgere un concetto che noi leggiamo, ascoltiamo e classifichiamo come veritiero. Un esempio più sottile del precedente può essere l’utilizzo dell’espressione “non ha esitato”. Analizziamo la frase. Perché una data persona avrebbe dovuto esitare? C’erano delle ragioni per le quali magari avrebbe dovuto esitare? E’ stato giusto o no non aver esitato? Molte volte non ci facciamo caso, altre ci disinteressiamo, ma queste piccole cose (che in realtà non sono piccole affatto) potrebbero in qualche modo influire nel costruire le nostre opinioni, credenze e conoscenze. La questione a questo punto diventa paradossale, poiché anche chi scrive lo sta facendo secondo la sua opinione, le sue credenze e le sue aspettative – di conseguenza qualsiasi risposta ciascuno di noi darà sarà sicuramente vera, ma solo per se stesso. Tutto ciò, ad un primo esame potrebbe portare un senso di scoramento, di rassegnazione, soprattutto se si analizzano solo gli aspetti negativi citati, ma se considerassimo per un momento il potere di questa consapevolezza? Preso come assioma il fatto che la verità assoluta è solo fattuale e non può essere divulgata in forma pura, ma solo filtrata dalla mente di chi la riporta, avremmo come minimo l’obbligo di dubitare di tutto, di diventare più critici, di andare a ricercare la migliore approssimazione della realtà possibile. Se non altro, per non essere in balia di chi è consapevole di questo fenomeno e lo sfrutta subdolamente per indirizzarci nella direzione desiderata. La verità assoluta è un’utopia, ma sono le utopie che spingono l’umanità a compiere i passi che ci hanno fatto arrivare dove siamo e che ci faranno arrivare dove saremo.
Tommaso Stanizzi