CATANZARO. “L’Arsac, rischia di essere abbandonata al suo destino fatto di proroghe, di una governance non definita, di un sistema di gestione aziendale che procede di giorno in giorno senza avere un orizzonte temporale certo e definito; una situazione di estrema difficoltà e confusione sui luoghi di lavoro e negli uffici che evidenzia l’assenza di una prospettiva su una importante e strategica azienda che, lo ripetiamo, dovrebbe avere per legge ed anche in relazione alle circostanze regionali un’importanza fondamentale per il territorio calabrese e le sue produzioni agricole locali”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, il segretario generale della Cisl calabrese, Paolo Tramonti e il segretario regionale della Fai, Michele Sapia che si rivolgono al presidente della Regione Mario Oliverio e al consigliere delegato per l’agricoltura Mauro D’Acri. “Come sindacato – proseguono Tramonti e Sapia – abbiamo fatto della responsabilità, del confronto e delle proposte la nostra cifra distintiva, gli elementi caratterizzanti di una rappresentanza che non vuole solo dare voce ai problemi, alle esigenze ed alle emergenze ma vuole concorrere alla definizione di soluzioni sostenibili. Ed è per questo che siamo vigili ed attenti rispetto ad una complessità regionale nella quale sussistono realtà e situazioni che non ricevono un’adeguata considerazione; vicende che riguardano enti ed istituzioni che sarebbero sì strategiche ma che appaiono abbandonate al loro destino. E’ il caso dell’Arsac, l’azienda regionale che nasce anche a seguito della riforma regionale di pochi anni addietro; come sindacato siamo convinti che questa azienda possa realmente favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura calabrese attraverso azioni di promozione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi. Si tratta infatti di un ente che ha tra i suoi compiti prioritari la realizzazione di progetti di sviluppo sperimentale che riguardano l’intera filiera agricola e cioè la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari; è, in buona sostanza, decisiva e strategica per il profilo attuale della nostra agricoltura ma che è anche pienamente rispondente alle premesse ed agli obiettivi di quel Piano di sviluppo Rurale che programma l’investimento nel sistema agricolo di centinaia e centinaia di milioni di euro fino al 2020”. “Rispetto a queste premesse, tuttavia – sostengono ancora Tramonti e Sapia – la realtà ci segnala un vero e proprio paradosso con il direttore generale in scadenza e con la mancata nomina del direttore amministrativo da martedì prossimo nell’Arsac non ci sarà più nessuno titolato ad assumere una decisione, ad adottare un provvedimento, a licenziare un atto”.