CATANZARO. “Gli arresti del consigliere regionale della Calabria, Nazzareno Salerno, dell’ex presidente di Calabria Etica, Pasqualino Ruberto, dell’ex dirigente regionale Vincenzo Caserta e di burocrati e imprenditori confermano la debolezza assoluta della politica calabrese e il consueto utilizzo di fondi pubblici a beneficio di consorterie mafiose”. Lo affermano, in una nota, i deputati M5S Dalila Nesci e Paolo Parentela. “La vicenda – aggiungono – deve indurre la politica, regionale e nazionale, a una riflessione di profondità sul futuro della Calabria, i cui cittadini sono sempre esclusi da possibilità di affrancamento e crescita, malgrado la disponibilità di risorse. Davanti a questa realtà, drammatica quanto evidente, non è pensabile voltarsi dall’altra parte, cambiare argomento o, come di recente ha fatto il governatore Oliverio, celebrare il nulla cosmico. La verità è che in Calabria il voto è alterato dagli appetiti criminali, che la democrazia è una pura finzione e che il sistema di potere vuole utilizzare la Regione come bancomat permanente, mentre prosegue l’emigrazione, causa di spopolamento e di consolidamento degli attuali rapporti di forza”. “I partiti – dicono ancora Nesci e Parentela – sono latitanti, benché consapevoli di come in Calabria venga prodotto il consenso elettorale, al di fuori della credibilità e moralità dei candidati, di ogni visione del bene comune e di ogni esempio personale. Serve un azzeramento delle dirigenze di partito e dell’amministrazione pubblica, di cui dovranno farsi promotori i vertici romani delle forze politiche, senza più chiacchiere, menzogne e rinvii irresponsabili”.