CATANZARO. “La realizzazione di un’ Azienda unica, nata dalla fusione tra il “Pugliese Ciaccio” e l’Azienda mista “Mater Domini” con già al suo interno Unità Operative a direzione universitaria ed ospedaliera, potrebbe rappresentare una svolta radicale nella organizzazione della sanità catanzarese e regionale. Sulla coesistenza del personale universitario e quello ospedaliero è però necessario chiarire le premesse e le precondizioni al fine di uscire da ogni equivoco e manipolazione delle regole da parte degli organismi aziendali ed universitari”. E’ la posizione espressa dalla CIsl Medici e dalla Fp Cisl in una nota. “Il recente incarico di Direttore del Dipartimento Ospedaliero Materno-Infantile dell’Azienda “Pugliese Ciaccio”, conferito ad un professore dell’Università Magna Graecia nonchè direttore dell’U.O. di Pediatria afferente giuridicamente all’Azienda “Mater Domini”, è stato attribuito, infatti, – spiega la Cisl – in assenza di qualsiasi intesa tra le due aziende, di qualsiasi protocollo d’intesa Università-Regione ed in violazione del regolamento dipartimentale aziendale vigente. Quanto però avvenuto nei giorni scorsi è ancora più emblematico. Lo stesso Direttore di Dipartimento, nominato illegittimamente dal Management aziendale, – continuano le due sigle sindacalid ella Cisl – ha proposto al Collegio di Direzione dell’Azienda l’accorpamento delle strutture di Pediatria e di Ginecologia ospedaliere con le corrispondenti unità operative a direzione universitaria. La proposta di “clinicizzazione” non è stata condivisa dalla maggior parte del Collegio, ma quello che più colpisce negativamente è che sia stata portata in discussione dal Direttore Generale FF”. La Cisl medici e la Cisl FP ritengono che non esista “alcun motivo di ordine organizzativo, economico o giuridico per la sottrazione a favore di personale universitario di posti apicali che la normativa e la situazione attuale assegnano al personale del ruolo ospedaliero che, anche se non titolare, gestisce egregiamente la struttura assegnata. Se quanto accaduto è premessa di una nuova ipotesi organizzativa, occorre evitare – scrive il sindacato – che nella futura Azienda unica siano la provenienza istituzionale e l’autoreferenzialità ad orientare il processo di programmazione e gestione. E’ necessario, invece, realizzare un modello organizzativo espressione della integrazione tra due ordinamenti (ospedaliero ed universitario) nel quale la specificità di ciascuno è definita dagli obiettivi dell’Azienda a prescindere dal sistema giuridico di provenienza. Sono molteplici i modelli di aziende integrate eccellenti ove coesistono le strutture, anche dipartimentali assistenziali, sia a direzione ospedaliera che a direzione universitaria, da Trieste a Parma, da Pisa a Bari, da Siena a Modena, ecc.., dove oltre l’efficienza vengono mantenuti gli equilibri economici. Perchè non prendere esempio da queste realtà? Nella futura (se ci sarà!) Azienda unica di Catanzaro, il processo di integrazione – secondo la Cisl – deve rimuovere la possibile conflittualità tra le due componenti, delimitando gli spazi assistenziali necessari allo svolgimento delle attività didattiche in risposta a bisogni reali e favorendo il merito e la capacità del personale ospedaliero, soprattutto nell’interesse dei cittadini. Diviene indispensabile per l’integrazione, considerata da molti come un valore aggiunto per la sanità, la realizzazione di un modello organizzativo in grado di governare la complessità e le criticità più rilevanti, escludendo ogni possibile subordinazione dell’Azienda e/o della Regione all’Università, come in realtà già avviene nella “Mater Domini””. Cisl medici e CisL FP ritengono “che non si può prescindere da un preliminare confronto sui termini e le regole che sottendono ad un reale processo di cooperazione tra SSR ed Università. Solo la trasparenza delle strategie e della gestione, la capacità di darsi le regole e di farle rispettare, possono produrre- si legge – una reale collaborazione al fine di favorire il miglioramento della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate dal SSR”.