ROMA. “Ho conosciuto Lea Garofalo a Firenze, era con la sua bambina Denise ed era disperata”. Con queste parole don Luigi Ciotti si è rivolto dal palco dell’Auditorium, a Roma, ai 2500 studenti arrivati da tutto il Lazio per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Lea Garofalo, testimone di giustizia che testimoniò sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco, fu uccisa nel novembre del 2009 per mano di quest’ultimo. “Lea mi ha chiesto aiuto non tanto per sé quanto per la figlia, non voleva che la ‘ndrangheta le rubasse la vita come aveva fatto con lei. Era tesa e nervosa, non la dimenticherò mai, chiedeva di avere un avvocato e lo trovammo. L’abbiamo supplicata, poi, di non andare a Milano ad incontrare l’ex marito ma lei voleva avere dei soldi per andare in Australia, qui non si sentiva sicura. Era una testarda e voleva ricominciare a vivere libera in un’altra terra”, ha raccontato oggi don Ciotti. “L’ex marito l’ha uccisa e ha dato ordine di uccidere anche la figlia che si era schierata con la madre. Ma il ragazzo che avrebbe dovuto farla morire non ce l’ha fatta e in carcere ha trovato la forza di collaborare”. “Sono le donne che stanno facendo il cambiamento nel nostro Paese, anche rispetto alla mafia, sono loro a rompere gli schemi. Il cambiamento – ha concluso don Ciotti – ha bisogno di ognuno di noi; non aspettiamoci che siano solo gli altri a cambiare. Ben vengano le leggi, ma serve il cambiamento di ciascuno di noi”.