CATANZARO. “Hanno gridato al golpe democratico quando noi abbiamo chiesto l’allontanamento del generale Pezzi dal ruolo di subcommissario della sanità. Oggi sono loro a volerlo cacciare per potere agire indisturbati in questo settore così delicato e che assorbe più della metà della spesa regionale. È la solita sinistra di sempre, capace di incredibili giravolte e di manovre ciniche pur di raggiungere i propri scopi”. Lo afferma Domenico Tallini, consigliere regionale di Fi ed assessore della Giunta di centro-destra. “Pezzi – dice Talini – è passato in poche settimane da “eroe anti Scopelliti” a scomodo arnese che sarebbe di ostacolo alla nomina del Presidente Oliverio a commissario straordinario per il piano di rientro. Delle due l’una. Se davvero il generale Pezzi, con il quale ho avuto una dura contrapposizione sulla questione della nomina dei manager delle Aziende Sanitarie, era l’uomo della Provvidenza destinato a purificare la Calabria dalle macchie dello “scopellitismo”, perché ora disfarsene come un cappotto usato ? E se ,invece, – continua Tallini – nella considerazione del PD calabrese non è degno o capace di fare il commissario straordinario perché ne è stata caldeggiata la nomina da parte del governo Renzi ? Francamente l’atteggiamento della sinistra calabrese mi lascia senza fiato. Io penso – e lo dico sinceramente nonostante il generale Pezzi non sia stato tenero nei miei confronti – che oggi in Calabria c’è bisogno nella sanità di un ruolo di garanzia superpartes. Che bisogno ha l’on. Oliverio -chiede – di concentrare nelle sue mani tanto potere ? Lo stesso Scopelliti ne ha fatto le spese. E allora ritengo che sia saggio ed utile mantenere al vertice della sanità calabrese un soggetto tecnico e terzo che abbia a cuore il risanamento definitivo dei conti e il rilancio del comparto, soprattutto con lo sblocco certo del turn over. Personalmente non ho niente in contrario alla conferma del generale Pezzi. Se egli dovesse essere mandato a casa da quella sinistra che l’ha utilizzato per demonizzare il centrodestra, in Calabria – conclude – si porrebbe una seria questione di tenuta democratica”.