CATANZARO. “Legambiente Calabria, nell’ambito del rapporto annuale sulla situazione del trasporto pendolare in Italia “Pendolaria”, ha scelto la linea Catanzaro Lido – Lamezia come emblema del fallimento di una classe dirigente che non ha saputo o voluto, nell’arco di circa 40 anni, dotare la parte centrale della Calabria e la città capoluogo di un sistema di trasporto adeguato alle nuove esigenze produttive e direzionali ed ad una utenza che negli anni è stata letteralmente allontanata dal treno, costringendola a rivolgersi ad altri mezzi, principalmente al mezzo proprio, che ha costi economici e sociali non più sostenibili”. Lo afferma, in una nota, Andrea Dominijanni, vice presidente di Legambiente Calabria. “Potevamo benissimo scegliere un’altra linea ed altre realtà – prosegue – ma abbiamo fatto questa scelta perché pensiamo che il completamento della nuova linea è fondamentale per costruire un sistema di trasporto nazionale e locale che consentirebbe alla regione di avere un trasporto adeguato al terzo millennio”. Un servizio – emerge dal Rapporto Pendolaria sulla situazione tra il 2010 ed il 2014, presentato stamani a Catanzaro – carente e più costoso, con tratte storiche come la Pedace-San Giovanni in Fiore che chiudono e con meno investimenti pubblici. “Drammatica è proprio la situazione della linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme – afferma Tonino Tarantino di Legambiente Catanzaro -. Infatti dopo un taglio di circa 10 milioni di euro da parte della Regione sul Contratto di servizio avvenuto la scorsa estate la linea è stata classificata come tratta a scarso traffico e vede 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali. Il resto è stato sostituito con autobus”. Anche i treni a più lunga percorrenza, è scritto in una nota, hanno subito cambiamenti importanti: tra il 2010 ed 2011 sono stati soppressi 4 Intercity notturni e 12 Espressi che collegavano la Calabria con la Sicilia e con Roma. Nel 2013 sono stati tagliati gli Espressi diretti a Torino, Milano, Venezia e Bolzano, mentre nel 2012 i tagli più gravi hanno riguardato la linea Jonica. “Se è vero che gli anni tra il 2010 ed il 2014 sono stati particolarmente critici per i pendolari – afferma Dominijanni – e sono state molte le Regioni che hanno deciso di tagliare i servizi e di aumentare il costo di biglietti ed abbonamenti, in Calabria questi tagli sono stati profondi tant’è che nel solo 2014 la Regione ha ridotto di un 8% il taglio dei treni regionali, un servizio già fortemente deficitario che nel quadriennio ha segnato un drammatico -16%, mentre il costo del biglietto nel solo 2014 ha segnato un +20%. Perciò chiediamo che si cambi verso e si garantisca un servizio fondamentale per la comunità calabrese che, fino a oggi, ha dovuto fare i conti con un servizio sempre più carente sia in termini di qualità che in quantità di treni circolanti”.