CARAFFA (CZ) – Domenica 19 agosto il borgo di Caraffa si è illuminato dei colori autentici della sua identità storica, legata alla cultura arbëreshë. Questo grazie alla Notte Arbëreshë, una manifestazione che, per il sesto anno consecutivo, ha saputo intrecciare e proporre al pubblico numerosi tasselli di questa civiltà, mescolandoli ad espressioni artistiche moderne e tradizionali che, unite a momenti di dibattito e degustazioni enogastronomiche, hanno donato fascino e grande originalità all’evento, organizzato dall’associazione Progetto Caraffa, con la direzione artistica della professoressa Cettina Mazzei, esperta di storia e costume arbëreshë.
Il filo conduttore di questa sesta edizione è stata la ricorrenza dei 550 anni dalla scomparsa di Giorgio Castriota Skanderberg, patriota albanese, che seppe distinguersi per le sue abilità di condottiero e stratega nella lotta contro le invasioni dei turchi-ottomani, difendendo con tenacia la libertà degli albanesi e i valori del cristianesimo.
Alla figura di Skanderberg è stato dedicato un grande murales realizzato dall’artista Salvatore Puzo e collocato su una parete della scuola elementare di Caraffa. Proprio la presentazione dell’opera, donata dall’associazione Progetto Caraffa alla comunità, ha dato ufficialmente inizio, intorno alle 17.30, alla manifestazione, che è proseguita con una breve conferenza mirata a riflettere meglio sulla figura dell’eroe nazionale albanese ed introdurre l’evento.
Alla professoressa Cettina Mazzei il compito di inquadrare la manifestazione sotto il profilo della tematica dedicata alla figura di Skanderberg, tratteggiata sapientemente in seguito dal professor Sarro.
Questi ha sottolineato come la “tenacia con cui Scanderberg ha difeso i valori del suo popolo dalla minaccia degli Ottomani si possa paragonare a quella con cui l’associazione Progetto Caraffa recupera e difende con forza la propria cultura in un’epoca segnata da una profonda crisi. Un fatto raro e meritevole di stima e gratitudine”. Concetti ripresi anche dal professor Ciconte, il quale ha sottolineato come “il recupero delle antiche tradizioni sia di fondamentale importanza per evitare lo sfaldamento politico, sociale e culturale della società”.
In questa suggestiva cornice hanno sfilato le modelle dell’originale défilé “Le trame dell’arte e dell’etnia”, curato dalla fashion stylist Monia Mazzei, la cui creatività si è intrecciata a quella della Spina, dando forma ad abiti straordinariamente unici.
Un allegro e suggestivo intermezzo di suoni e danze tipiche a cura del gruppo folcloristico “Bilte e Firmozes” di Aquaformosa accompagnato dal campione internazionale di organetto Anthony Caccavari, ha contribuito ad animare la prima parte della manifestazione che, dopo l’apericena arbereshe, è proseguita in Piazza Skanderbeg, con la commedia in vernacolo “La fortuna con la C maiuscola” della Compagnia Teatrale Giovanni Vercillo, curata dal regista Raffaele Paonessa. A seguire, la performance del famoso cantautore arbereshe Ernesto Iannuzzi, del duo Cosimo e Clarissa De Santo e dei gruppi folcloristici di Caraffa e Acquaformosa con le loro affascinanti danze balcaniche.
La Notte Arbereshe di Caraffa è stata impreziosita anche dall’esposizione delle tele del pittore Emin Shaqia, ospitate in numerosi musei e in numerose chiese delle comunità italo-albanesi. La mostra di si è svolta nello spazio antistante il Museo Giuseppe Gangale, aperto al pubblico per l’occasione, a cura della Pro Loco arbëreshë di Caraffa.