Ampi divari al Sud: dal Pil all’istruzione, dall’occupazione giovanile alle infrastrutture

Dal Pil all’istruzione, dall’occupazione giovanile alle infrastrutture per il Mezzogiorno si “conferma la persistenza di divari strutturali di vario genere e livello, anche molto ampi; di rado si apprezzano processi di convergenza significativi col resto del Paese”. E’ quanto rileva l’Istat nel focus ‘I divari territoriali nel Pnrr-dieci obiettivi per il Mezzogiorno’. “Le differenze interne -anche infra-regionali- sono molteplici, e tendono a delineare contesti più o meno critici che talvolta ricalcano criteri di perifericità geografica (distanza dal Centro-Nord), e in altri casi di marginalità territoriale (cosiddette “aree interne”). Nell’insieme -evidenzia l’Istat- sembra emergere una difficile sostenibilità dei divari, per l’impatto inedito sulla struttura demografica della società meridionale, che appare sempre più fragile nelle prospettive future”. “Il Pnrr è un’opportunità storica per il rilancio del paese; lo è, al contempo, per alimentare approfondimenti e riflessioni su talune rilevanti criticità che lo caratterizzano”, afferma l’Istat. “Gli esiti dei ritardi del Mezzogiorno stanno accentuando le fragilità della sua struttura socio-economica attraverso una sorta di ‘tsunami demografico’. Si tratta di un processo piuttosto ben delineato e di portata rilevante, che merita grande attenzione perché sembra prospettare un impatto inedito sulla struttura demografica di queste comunità. Se non si riesce a porre un freno, le tendenze in atto possono condurre verso un’involuzione progressiva e non sostenibile del capitale umano di molta parte del Mezzogiorno, che storicamente è stato il suo principale patrimonio. A oggi -conclude l’Istat-, le cosiddette “aree interne” potrebbero essere solo la parte più avanzata ed esposta di questa prospettiva”.