Berna (Ance): “Introdurre il metodo antiturbativa per l’aggiudicazione degli appalti pubblici”
CATANZARO. Lo stato dell’arte dell’edilizia regionale e le proposte di Ance Calabria per il comparto delle costruzioni, sono state al centro della conferenza stampa organizzata nella sala “Giuditta Levato” del Consiglio regionale, dall’associazione dei costruttori edili calabrese. Quest’ultima presente con il presidente, Francesco Berna e i presidenti delle associazioni territoriali provinciali, Giovanbattista Perciaccante (Cosenza), Alessandro Caruso (Catanzaro), Gaetano Macrì (Vibo Valentia) e Francesco Siclari (Reggio Calabria). Un focus particolare è stato dedicato alle novità normative introdotte con il nuovo Codice degli appalti e all’analisi dettagliata dei due criteri previsti per l’aggiudicazione di appalti pubblici, ovvero l’offerta economicamente più vantaggiosa e il criterio del minor prezzo. “Quest’ultimo – spiega Berna – è utilizzabile per lavori di importo pari o inferiore ai 2 milioni di euro, ovvero il 98% delle gare bandite in Calabria. Tale meccanismo è basato su congruità, serietà, sostenibilità e realizzabilità dell’offerta e, soprattutto, prevede tempi di aggiudicazione estremamente brevi poiché non si rendono necessarie molteplici riunioni della Commissione aggiudicatrice. Inoltre – evidenzia il presidente di Ance Calabria – il metodo antiturbativa non comporta alcuna discrezionalità e, dunque, garantisce maggiore trasparenza nell’affidamento delle gare poiché l’aggiudicazione avviene attraverso calcolo matematico, diversamente da quanto accade con l’offerta economicamente più vantaggiosa. La fortissima richiesta di Ance Calabria – ribadisce Berna – a tutte le stazioni appaltanti della Regione Calabria è quella che si utilizzi quale criterio prevalente di gara il metodo “antiturbativa” che per trasparenza, costi, tempi risulta, senza dubbio, quello più utile ed efficace. La sua applicazione favorirà la possibilità di poter velocizzare enormemente le aggiudicazioni delle gare e quindi dei lavori pubblici che è ciò di cui ha maggiormente bisogno per svilupparsi e per far crescere la propria economia la Calabria ed i calabresi”. Il mercato dell’edilizia, evidenzia Perciaccante, “è fondamentale per la ripresa dell’economia e dell’occupazione nella nostra regione. Abbiamo una mole di appalti fermi e sui lavori pubblici appaltati una incredibile percentuale, circa l’80%, di contenziosi. È evidente che il Codice degli appalti vada rivisto secondo regole chiare e trasparenti. Con il massimo ribasso in una seduta si chiude la gara mentre con l’offerta economicamente più vantaggiosa ce ne vogliono cinque o sei”. Il comparto costruzioni in Calabria è in crisi, sottolinea Macrì, “anche perché in questi anni c’è stato un brusco calo degli investimenti. Oggi però gli strumenti e le risorse per far ripartire il settore ci sarebbero ma ciò che manca è un quadro di regole e procedure chiare e veloci. Occorre però intervenire subito se vogliamo fermare la grave emorragia di posti di lavoro e scongiurare che tale congiuntura negativa diventi senza ritorno”. “Chiediamo una forte accelerazione – rimarca Siclari – perché lo scenario dopo una timida ripresa sembra stia tornando nuovamente negativo come testimoniano anche i dati che ci arrivano da Cassa Edile. Si parla tanto, e giustamente, di legalità ma il primo strumento per favorirla è il lavoro. Solo facendo ripartire cantieri, rilanciando investimenti e opere pubbliche possiamo creare condizioni di benessere e contrastare concretamente la criminalità organizzata”. Quello lanciato dalle rappresentanze di categoria, rilancia Caruso, “è un messaggio forte che testimonia la grande compattezza e la visione comune che caratterizza la nostra associazione, la rete territoriale e lo stesso sistema Confindustria. Ci aspettiamo ora una risposta chiara da tutte le stazioni appaltanti che vada nella direzione auspicata dall’intero settore delle costruzioni”.