Acque di balneazione, monitoraggio al via in Calabria

Acque di balneazione, monitoraggio al via in Calabria

Con tutte le protezioni individuali opportune per il personale interessato, affiancati ove necessario dalle Guardie costiere della Calabria, e dopo un’opportuna interlocuzione con la Regione Calabria ed il Ministero della Salute, ha preso il via la campagna di monitoraggio delle acque di balneazione in Calabria, a cura dei dipartimenti provinciali dell’Arpacal. I controlli di maggio, tecnicamente rientranti nella cosiddetta “pre-stagionale”, permetteranno di confrontare i dati acquisiti dall’Agenzia ambientale calabrese nella stagione balneare 2019.

Dopo essere stati pubblicati dalla Regione Calabria, infatti, l’Arpacal ha fatto altrettanto sul proprio sito istituzionale pubblicando altresì il report della balneazione in Calabria, riferito ai dati 2019 e la Classificazione delle “Acque di balneazione per l’anno 2020” che prende in considerazione i risultati degli ultimi quattro anni di monitoraggio compresi i dati 2019. Il report è strutturato in un documento regionale, cinque report provinciali e tutta la cartografia interessata. Come noto la campagna di balneazione interessa tutti i dipartimenti dell’Agenzia, in particolar modo i Servizi Acque, da aprile a settembre di ogni anno, operando per conto della Regione Calabria e del Ministero della Salute, al fine di monitorare la balneabilità degli oltre 700 km di costa regionali, indicando la qualità di essi suddivisi, in base alla normativa nazionale di settore, in quattro classi: eccellente, buona, sufficiente, scarsa.

“L’avvio della campagna di balneazione 2020 in Calabria – ha dichiarato il direttore generale Pappaterra – è stato possibile non solo grazie al dialogo costante con la Regione Calabria, che anche in questo settore ha compito di indirizzo, ma anche con tutte le componenti sindacali, che rappresentano i lavoratori dell’Arpacal, con le quali abbiamo insieme discusso per stilare i protocolli di sicurezza necessari a garantire al nostro personale ogni protezione nell’esercizio dell’attività professionale”. Il report regionale evidenzia dai dati che ben 27 comuni costieri calabresi sui 112 monitorati, pari a circa il 20% del totale, hanno aree sottoposte a divieto temporaneo o permanente alla balneazione in quanto presentano criticità dovute all’inquinamento di breve durata o aree in qualità scarsa che nel corso degli ultimi anni non hanno ricevuto adeguate misure di risanamento. Le criticità continuano a persistere in aree antistanti le foci dei fiumi o torrenti che risentono anche delle perturbazioni piovose, o in zone collocate nelle strette vicinanze di depuratori mal funzionanti.

redazione@giornaledicalabria.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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