Blitz contro la cosca Cracolici di Maida, disposti 59 arresti

Blitz contro la cosca Cracolici di Maida, disposti 59 arresti

Un’associazione di stampo ‘ndranghetista, operante nei territori di Maida e Cortale, nel Lametino, particolarmente attiva nel commercio di droga e nello sfruttamento del settore boschivo che poteva contare anche sul sostegno di due carabinieri e che faceva capo ad esponenti della famiglia Cracolici, inserita nel più ampio sistema ‘ndranghetistico collocato tra la provincia di Vibo Valentia e il territorio del circondario di Lamezia Terme. E’ quella portata alla luce dall’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Lamezia Terme e coordinata dalla dda di Catanzaro che ha portato all’arresto di 59 persone, 50 in carcere e 9 ai domiciliari. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, anche aggravata dalle modalità e finalità mafiose, nonché per altri delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose, quali estorsione, concorrenza illecita, corruzione, favoreggiamento personale, falsa testimonianza, incendio, ricettazione, falso ideologico, oltre che in materia di armi. L’organizzazione, secondo l’accusa, esercitava un capillare controllo del territorio, riconosciuto non solo dalle comunità locali, ma anche delle altre consorterie mafiose delle aree contigue, unitamente ad un particolare attivismo nel redditizio traffico di sostanze stupefacenti. L’inchiesta ha riguardato anche un sodalizio parallelo, operante sotto l’egida e nel contesto della stessa organizzazione, dedito alla produzione e al traffico di droga. In particolare, grazie al monitoraggio avviato nel novembre 2021 di alcune piazze di spaccio a Lamezia Terme, a intercettazioni e al sequestro a carico di pusher o assuntori, è emersa una intricata rete di collegamenti, con l’individuazione dei canali di approvvigionamento della droga, riconducibile alla organizzazione gestita dai Cracolici, in grado di movimentare grossi quantitativi di marijuana e cocaina. Grazie alle influenze criminali vantate e ai rapporti intrattenuti con altri soggetti del reggino e del crotonese, l’associazione era in grado di garantire la fornitura di stupefacenti a molti spacciatori del lametino, alcuni dei quali già in precedenza arrestati. L’organizzazione era riuscita a mettere in atto, anche con la compiacenza di uno dei due carabinieri arrestati, un collaudato sistema di produzione della marijuana, diversificando le piantagioni in più terreni ritenuti sicuri a Lamezia Terme, Maida e Mesoraca. In totale sono state sequestrate 5 piantagioni, per un totale di 4.600 piante di cannabis indica. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 150 chili di marijuana e diverse dosi di cocaina oltre a 3 pistole clandestine e il relativo munizionamento. L’associazione, oltre a garantire il pagamento delle spese legali dei sodali arrestati, avrebbe anche interferito in un processo a carico di uno degli indagati grazie a false testimonianze.

Capomolla: “Occupati dalla cosca Cracolici gli spazi lasciati liberi dal clan Anello”

“La cosca Cracolici di Maida ha occupato gli spazi lasciati liberi dalla cosca Anello in seguito all’operazione Imponimento”. A dirlo il procuratore facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla illustrando i particolari dell’operazione che stamani ha portato all’arresto di 59 persone. Un territorio di espansione, quello del clan, che arrivava fino a Cortale, Lamezia e Girifalco un “territorio cerniera tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia”, ha spiegato il colonnello Giuseppe Mazzullo, comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro. L’organizzazione era dedita anche allo sfruttamento delle risorse boschive nei comuni delle aree interne del catanzarese. I Cracolici, è scritto nell’ordinanza di misure cautelari, “mantenevano rapporti di natura corruttiva con alcuni appartenenti alle forze dell’ordine, quali Vincenzo Pulice, comandante della Stazione carabinieri di Maida, e i militari della Stazione Forestali carabinieri di Girifalco, dai quali riceveva controlli blandi se non inesistenti nel settore del taglio boschivo nella zona in cui operava e nelle coltivazioni di piante di canapa sativa”. Ad essere accusato di concorso esterno anche Antonio Scicchitano, già in servizio presso il Comando Stazione Carabinieri Forestali di Girifalco. “La cosca, grazie a relazioni con i clan crotonesi -ha detto Capomolla- aveva realizzato una piantagione anche a Maierato. In taluni casi la cosca si è avvalsa di favoreggiatori pronti a rendere falsa testimonianza per scagionare gli indagati”, ha dichiarato il procuratore. Tra questi vi è un indagato, Moreno Mastrantuono, che si è fatto tatuare sul braccio “Palermo”, ovvero l’appellativo di tutti i Cracolici di Maida e Maierato, in ragione delle loro origini siciliane. “In meno di due anni di indagine -ha spiegato il comandante del Gruppo carabinieri di Lamezia Terme Gianluca Zara- sono state sequestrare 4600 piante di marijuana. L’indagine parte dall’arresto di un piccolo spacciatore nel 2021. Un banale controllo che ha permesso agli investigatori di aprire uno squarcio sulla più vasta rete che si celava dietro lo spaccio di stupefacenti a Lamezia Terme”.

 

 

 

 

 

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