Bracconaggio: 16 persone denunciate dal Cfs nel Reggino
REGGIO CALABRIA. Sedici persone denunciate per reati relativi all’esercizio illegale della caccia, 15 fucili e 7 apparecchi elettronici illegali riproducenti il verso degli uccelli sequestrati. È il risultato dell’attività di controllo predisposta dal comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria. Durante i controlli, effettuati anche con la preziosa collaborazione dei volontari del nucleo di Reggio Calabria dell’Associazione C.A.B.S. – Comitato contro la distruzione degli uccelli – gli agenti in servizio nei Reparti di Sant’Eufemia d’Aspromonte hanno sorpreso in diverse località del territorio provinciale, soggetti che esercitavano l’attività venatoria con l’ausilio di richiami acustici elettromagnetici vietati dalla legge. I territori oggetto di particolare attenzione sono stati Piani d’Aspromonte, nei comuni di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli e Bagnara Calabra: Fego-Barone nel Comune di Palmi; Covalà nel Comune di Bagnara, tutti i territori particolarmente interessati dal transito dell’avifauna migratoria. Gli appostamenti svolti dal personale del CFS con il supporto dei volontari del C.A.B.S, e le successive perquisizioni personali e veicolari, hanno permesso di sequestrare numerosi richiami elettromagnetici vietati dalla legge, fucili completi di custodia e le relative cartucce. Sono state inoltre invenute nei carnieri degli indagati diverse decine di esemplari di uccelli di specie non cacciabili perché protette dalla legge, già spiumati, per renderne difficile il riconoscimento. L’elenco dei reati, definito anche grazie a foto e filmati, va dall’abbattimento di specie particolarmente protetta, all’uso illegale di richiami acustici, al porto abusivo d’arma da sparo, fino all’ omessa custodia di arma. Tutti gli indagati sono stati denunciati e le armi ed i materiali sequestrati nell’operazione messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Le zone oggetto dell’operazione – si fa rilevare – sono state teatro, negli anni scorsi, di rapine ai danni dei cacciatori e quindi la presenza sul territorio del Corpo forestale dello Stato è rivolta anche alla tutela del libero esercizio dell’attività venatoria esercitata nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di caccia.