Calo delle nascite nel 2022 in Italia, “persa” una città come Reggio

Calo delle nascite nel 2022 in Italia, “persa” una città come Reggio

Nonostante il forte incremento dell’immigrazione legato alla guerra in Ucraina, al 31 dicembre 2022 la popolazione residente italiana è scesa di circa 179 mila unità – una cifra equivalente all’incirca alla popolazione di una città come Reggio Calabria – flettendo dello 0,3% a 58.850.717 abitanti. Al termine dello stato di emergenza sanitaria a fine marzo 2022 “la dinamica demografica restituisce l’immagine di un bilancio di popolazione ancora perturbato dagli strascichi della pandemia”. La perdita di popolazione registrata nel primo trimestre risulta, infatti, pari a 83 mila unità, ben il 46,4% del calo conseguito nell’intero anno. L’ulteriore successivo calo di nascite e l’eccesso di mortalità dei mesi estivi, legato alle persistenti ondate di calore, hanno ulteriormente aggravato la dinamica naturale. Allo stesso tempo, la ripresa dei movimenti migratori internazionali – n parte dovuta agli effetti della crisi in Ucraina – produce effetti positivi, contribuendo al rallentamento del deficit di popolazione. La perdita di popolazione si manifesta in tutte le ripartizioni, anche se con diversa intensità. Al Nord il decremento è di -0,1%, rispetto a -0,4% del 2021 ed anche al Centro il calo è più contenuto (-0,3 contro -0,5% del 2021). Il Mezzogiorno, invece, subisce effetti più pronunciati passando dal -0,2% del 2021 al -0,6% nel 2022. La perdita complessiva di popolazione conseguita nel 2022 su base nazionale non si discosta da quella del 2019 (-0,3%). Il nuovo record minimo di nascite (393 mila) e l’elevato numero di decessi (713 mila) continuano a produrre un forte impatto sulla dinamica naturale. Dal 2008, anno in cui si è registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni, “l’Italia ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce”. La dinamica positiva delle iscrizioni dall’estero, già rilevata nel 2021 a seguito dell’allentamento dei vincoli agli spostamenti del periodo di pandemia, prosegue nel 2022 con un incremento del 13,3% (360.685) rispetto all’anno precedente, riportando le immigrazioni ai livelli pre-Covid (+8,4% sul 2019), segnala ancora l’Istat.

 

 

 

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