Coltivavano marijuana, 4 arresti tra Maida, Cortale e Pianopoli
I militari del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme hanno arrestato in flagranza di reato 4 persone residenti nei Comuni di Maida, Cortale e Pianopoli, ritenuti presunti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione eseguita in agro di Maida, con l’ausilio dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo Cinofili Carabinieri, gli indagati sono stati sopresi all’interno di un capannone mentre erano intenti a separare le infiorescenze dalle piante di cannabis indica. All’arrivo dei militari, il titolare dell’azienda ha riferito di lavorare ad una piantagione di cannabis sativa, ma le sue dichiarazioni, non hanno convinto gli investigatori per delle anomalie riscontrate nella filiera di produzione. Per questo motivo, la polizia giudiziaria, dopo aver acquisito la documentazione prodotta dall’imprenditore, ha effettuato le analisi qualitative della sostanza dalle quali è emerso che era positiva alla marijuana ed il valore del THC posseduto era di gran lunga superiore al limite dello 0,6% consentito per legge. Nello specifico, la marijuana, già essiccata e confezionata in 5 buste termosaldate del peso di 1 kg ciascuna, è risultata avere un elevato tasso di THC, oscillante tra il 10 ed il 12%, con la possibilità di ricavare 23.366,00 dosi medie. In aggiunta, all’interno del prefabbricato, dove era stata ricavata una proficua filiera di produzione (dall’essicazione all’imbustamento), c’erano circa 300 piante di cannabis in essiccazione e 27 kg di infiorescenze adagiate su delle reti, in attesa di essere imbustate. Nelle immediate vicinanze, invece, era presente una serra con all’interno circa 1.200 piante di cannabis in stato avanzato di maturazione. I presunti responsabili, al termine degli accertamenti esperiti, sono stati tratti in arresto e su disposizione del magistrato di turno esterno della Procura di Lamezia Terme, tre di loro sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Catanzaro, mentre un quarto è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari. Al termine dell’udienza di convalida, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Lamezia Terme, nel convalidare l’arresto, ha confermato le misure cautelari chieste dal pubblico ministero.