Corruzione in atti giudiziari, magistrato rinviato a giudizio
CATANZARO. La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, ora in servizio alla Procura generale presso la Corte d’appello di Roma, Francesco Mollace, indagato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro per corruzione in atti giudiziari. Il processo è stato inoltre chiesto per Luciano Lo Giudice, fratello del boss Nino Lo Giudice, e Antonino Spanò, titolare di un cantiere nautico a Reggio Calabria, per la stessa accusa. La richiesta è stata avanzata dalla Procura di Catanzaro, Ufficio competente per i procedimenti che riguardano a qualsiasi titolo i magistrati della città dello Stretto. L’inchiesta è nata dal memoriale del boss reggino Nino Lo Giudice la cui cosca, secondo le ipotesi accusatorie, Mollace avrebbe favorito. Quest’ultimo, all’epoca dei fatti sostituto procuratore della Dda di Reggio, si occupava infatti di trattare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Maurizio Lo Giudice e Paolo Iannò ma, sempre stando alle ipotesi d’accusa, non avrebbe svolto le necessarie investigazioni circa l’esistenza della cosca Lo Giudice nonostante i pentiti avessero dato indicazione circa la sua esistenza anche dopo il 1991 e inoltre a proposito dell’omicidio di Angela Costantino, moglie del boss Pietro Lo Giudice, secondo l’accusa uccisa per salvare l’onore del capoclan, “da parte dei componenti la medesima famiglia ‘ndranghetista”. Ma Mollace, sempre in base all’ipotesi degli inquirenti, avrebbe omesso di riaprire le indagini sulla scomparsa della Costantino, senza vagliare e comparare le dichiarazioni dei due pentiti di cui si è occupato, e senza indagare su quella che i magistrati di Catanzaro hanno definito “la pervicacia ed esistenza della famiglia Lo Giudice, quale cosca operante nel territorio reggino, ricevendo quale utilità, da parte della predetta cosca, la dazione gratuita dei servizi di manutenzione e rimessaggio dei natanti ormeggiati nel cantiere di Calamizzi, gestito e diretto da Antonino Spanò e Luciano Lo Giudice, il primo quale prestanome del secondo”. A proposito dell’inchiesta catanzarese Mollace è stato sentito in due distinte occasioni, nel febbraio e nel marzo del 2014, nell’ambito di due lunghissimi interrogatori – durante i quali è stato affiancato dall’avvocato Nicola Cantafora -. Adesso la richiesta dei pm di andare al processo, già giunta nelle mani del presidente della sezione gip-gup del Tribunale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, e su cui l’autorità giudiziaria dovrà pronunciarsi dopo il confronto in aula fra accusa e difesa.