Corruzione nell’ospedale di Locri: disposte undici misure cautelari

Corruzione nell’ospedale di Locri: disposte undici misure cautelari

Militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri hanno eseguito un provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Locri che dispone l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 11 persone. Con il provvedimento la magistratura ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un dirigente medico in servizio presso l’ospedale di Locri, la detenzione domiciliare nei confronti di un primario, l’obbligo di firma nei confronti di 3 indagati -tra cui due avvocati- e l’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti di 5 medici e 1 avvocato, per 12 mesi. Sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni personali e locali, anche nell’ospedale di Locri. Nell’ambito del procedimento risultano indagati, a vario titolo, complessivamente 90 persone -tra i quali medici, avvocati, tecnici di laboratorio e altri pubblici ufficiali- per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, commessi in Locri e in altri comuni della provincia di Reggio Calabria nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2022. Il provvedimento cautelare è frutto di complesse indagini che avrebbero consentito di accertare l’esistenza di un articolato sistema illecito volto al rilascio di falsi certificati medici finalizzati, tra l’altro, a giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, ad accedere a benefici assistenziali non dovuti o ad ottenere rimborsi assicurativi non spettanti, inabilità temporanee al servizio ovvero indebiti trasferimenti per motivi di studio e lavoro. In particolare, da quanto emerso dalle indagini svolte dai finanzieri del gruppo di Locri, il rilascio da parte di alcuni indagati di certificazioni sanitarie attestanti diagnosi non corrispondenti alla realtà sarebbe avvenuto dietro la pattuizione di somme di denaro o di altre utilità. Filippo Lascala, 61 anni, psichiatra; Santo Gratteri, 61 anni, gerontologo, e Antonio Bombara, 64 anni, primario di Psichiatria, tutti in servizio nell’ospedale di Locri, sono tra gli indagati per avere, a vario titolo,  “rilasciato falsi certificati per giustificare la mancata presentazione a udienze giudiziarie ed accedere a benefici sociali”. Lascala, su ordine del gip Casciola, è stato trasferito in carcere, mentre Antonio Bombara è stato assegnato agli arresti domiciliari. Per Gratteri, invece, il gip ha disposto l’interdizione per dodici mesi dalla professione. Nell’inchiesta eseguita dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri, inoltre, l’obbligo di firma è stato disposto per 3 indagati: Marco Zucco (34), Francesco Surace (55) e Paola Larone (57), quest’ultima, moglie di Lascala, la quale, secondo le indagini, avrebbe “svolto il ruolo di concorrente materiale e agevolatore della condotta del marito”.Oltre a Santo Gratteri, sono stati interdetti per dodici mesi dalla professione: Raffaele Argirò, fisioterapista; Patrizia Panetta, tecnico di laboratorio; il primario del reparto di Ortopedia, Guido Zavettieri e lo psicologo Maria Erminia Pasquale.L’interdizione dalla professione forense, infine, è stata disposta per l’avvocato Antonio Sotira, 43 anni, accusato di essere stato “istigatore e determinatore per un certificato falso preparato da Lascala per un suo cliente”.

 

 

 

 

 

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