Claudio Picarelli della Federazione sindacale medici uniti: “A Cosenza l’ospedale rischia il collasso”

“Già cinque i reparti in reparti Covid: 130 posti letto e 19 in rianimazione eppure stazionano in Pronto soccorso tra i 20 e i 30 pazienti Covid in attesa di posto letto, oltre quelli con altre patologie. Assurdo fare un sesto reparto COVID, così si blocca il resto dell’attività per le altre patologie gravi”
Improvvisazioni e politiche emergenziali in Calabria per la gestione del Covid19, soprattutto a Cosenza: così si va incontro al collasso nel pronto soccorso e nelle corsie dell’Annunziata. Questa la denuncia di Claudio Picarelli, segretario regionale di Federazione Sindacale dei Medici Uniti (Fismu), che sottolinea come manchi una programmazione razionale dell’assistenza sanitaria ospedaliera: “L’ospedale ‘hub’ di Cosenza, unica struttura della provincia dove si trattano tutte le patologie più complesse ha già convertito ben 5 reparti in reparti Covid: un totale di 130 posti letto e 19 in rianimazione e nonostante tutto stazionano in Pronto soccorso tra i 20 e i 30 pazienti Covid in attesa di posto letto, oltre agli altri con altre patologie. Una situazione di grande stress, di forte disagio per i cittadini e per il personale medico e sanitario”.
“Eppure, nonostante il rischio di collasso dei servizi a Cosenza – continua il segretario regionale Fismu – ieri è arrivata la decisione della direzione generale di convertire un sesto reparto dell’Annunziata e dedicarlo sempre alla gestione del Covid. Un ulteriore grave errore: così si blocca, anzi si paralizza, l’attività sanitaria dell’unica struttura della provincia abilitata a trattare tutte le patologie complesse che gli altri ospedali non trattano”.
“Non si possono lasciare i cittadini senza assistenza, questa gestione dell’epidemia del COVID continua ad essere emergenziale, senza una razionale programmazione – conclude Picarelli – è il momento di cambiare il passo, si riparta dalla rete di servizi sul territorio, l’asp converta interamente a ospedali Covid quelli di Rossano e Cetraro, strutture adatte perché dotate di rianimazione. E così Cosenza potrà riprendere la sua funzione anche per tutte le altre, numerose e gravi, patologie che colpiscono i cittadini. Cambio di rotta o si va incontro al fallimento, al collasso dei servizi”.