Crisi al Comune di Catanzaro, l’affondo di Talerico: “Amministrazione fallimentare nel metodo e nella prospettiva, da due anni senza un’idea di sviluppo per la città. Si prevedono alleanze surreali e tempi critici. Bisogna tornare al voto” (VIDEO)

Crisi al Comune di Catanzaro, l’affondo di Talerico: “Amministrazione fallimentare nel metodo e nella prospettiva, da due anni senza un’idea di sviluppo per la città. Si prevedono alleanze surreali e tempi critici. Bisogna tornare al voto”  (VIDEO)

di Manuel Soluri 

CATANZARO/ Conferenza stampa fiume del consigliere comunale di Catanzaro Antonello Talerico che nei giorni scorsi ha annunciato l’abbandono della coalizione che governaca la città da parte del suo gruppo consiliare. Talerico, davanti alla stampa e a un discreto pubblico di consiglieri (molti dei quali visibilmente preoccupati per il futuro dell’ente, e di riflesso per il proprio personale percorso politico) e curiosi, è partito subito all’attacco, come è nel suo stile: “Con il sindaco e la squadra di governo della quale facevamo parte abbiamo avuto qualche divisione sulle idee strategiche per la città, in quanto le nostre idee e proposte non sono state quasi mai vagliate e approfondite. Tra queste ad esempio il piano parcheggi, Agenda urbana, la situazione della Catanzaro Servizi, la riorganizzazione della macchina comunale e i parchi fluviali. Ma non abbiamo mai litigato per questioni di incarichi e postazioni. Auspicavo un reale cambiamento ma ho trovato muri di gomma. Servivano decisioni coraggiose alle quali non si è mai arrivati, bisognava osare di più. Quando si utilizzano i vecchi metodi di fare politica senza pero’ neppure saper governare la macchina comunale questi sono i risultati. Questa amministrazione, che non ha mai fatto pratiche di bilancio, è stata fallimentare nella visione e nella prospettiva. E’ stato detto da più di qualcuno che io tenevo in ostaggio il sindaco. Cosa decisamente non vera, il sindaco era certamente più ostaggio di qualche consiglierino che chiedeva settimanalmente qualcosa, scavalcando con frequenza gli assessori. Noi non abbiamo mai chiesto nulla, anzi avevamo rinunciato anche al terzo assessorato. E’ stato detto che volevo comandare, anche questo è falso: io non volevo comandare, volevo amministrare. Ma non c’erano le condizioni, in quanto non siamo mai stati una vera maggioranza, spesso non siamo stati invitati alle riunioni: noi siamo rimasti noi, loro sono rimasti loro. Inoltre con alcuni consiglieri alleati neppure ci si salutava, questo era il clima all’interno della coalizione. Non mi è mai piaciuta la definizione di sindaco ombra che mi è stata affibbiata, e non mi è piaciuto che il sindaco non abbia mai fatto chiarezza su questo punto. E’ stato detto che ho un brutto carattere, ma almeno io il carattere ce l’ho. Altri non ce l’hanno e non potranno avercelo” ha continuato l’esponente di Forza Italia che poi ha rincarato la dose: “Quando sento dire che abbiamo lasciato la maggioranza dall’oggi al domani mi viene da ridere. E mi viene da piangere quando sento che ora il centrosinistra (totalmente incoerente) dialogherà con il campo largo. Ma dov’è il centrosinistra? Oggi, per mantenere in vita l’Amministrazione, si prospettano alleanze surreali, come quella con Azione, i cui esponenti dichiararono testualmente che da parte dell’Amministrazione Fiorita sono stati compiuti atti illegittimi. Prevedo tempi cupi e critici per la città, in cui ci sarà ben poco da ridere. Non ci sarà più uno come me, un parafulmine che difendeva gli uomini della coalizione anche quando erano indifendibili. Io ho creduto fortemente nell’appoggio a Fiorita, e ho creduto in lui almeno per un anno. Ma se dopo 2 anni ancora non si aveva un’idea di sviluppo della città e non si è riusciti a riorganizzare la macchina comunale, i nodi vengono al pettine. Al sindaco non ho nulla da dire dal punto di vista umano, in quanto si è comportato bene con me, ma ha difettato nei momenti cruciali, mancando in interventismo in quanto condizionato da un contorno che sicuramente non lo aiuta. La squadra di governo della città è spesso stata travolta non solo dalle emergenze, ma anche dall’ordinario. Di Agenda Urbana non abbiamo mai parlato. Non c’era un metodo per governare, e quello che ogni tanto si intravedeva era lontanissimo dai nostri parametri, anzi praticamente all’opposto.  Quando abbiamo chiesto uno scossone, lo scossone non è mai arrivato. Io sono sempre stato di parola e Fiorita di questo mi ha spesso dato atto. L’errore del sindaco è stato quello di negoziare con consiglieri e coppie di consiglieri, e a volte anche con semplici passanti. Per tutti questi motivi elencati siamo arrivati al capolinea”.

Infine, l’ultimo affondo: “Azzerare le deleghe è il classico colpo scenico della Sinistra, ma possiamo anche mettere nove Maradona in Giunta: se il metodo rimarrà quello, non cambierà nulla. Non basteranno due mandati per recuperare il terreno perduto in termini di scelte, finanziamenti, visione e prospettiva. Per cui intanto dico che, se dobbiamo dimetterci, non dobbiamo farlo ora, in quanto apriremmo una fase commissariale altamente pericolosa per il futuro della città. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di tornare al voto ma non dobbiamo dimetterci prima di gennaio”. Infine, rispondendo a una domanda dei giornalisti, Talerico ha parlato dei rapporti con il gruppo di Forza Italia in Consiglio e non solo: “Occhiuto e Cannizzaro mi hanno sempre lasciato libero di fare le mie scelte. Inoltre non ho alcun problema con il coordinamento comunale e provinciale di Forza Italia. Non siamo in competizione. Il centrodestra deve essere unito; se è unito alle prossime elezioni vincerà facile al primo turno. Non è mia intenzione candidarmi a sindaco, ma spero che il candidato a sindaco non sia un ex candidato a sindaco. Inoltre sento dire che Fiorita attualmente stia chiedendo una stampella anche a Tallini, con il quale peraltro io non ho assolutamente buoni rapporti. Se così fosse sarebbe un’ulteriore delusione, in quanto in campagna elettorale si propugnava la ferma e nobile volontà di abbandonare la vecchia politica sbandierando il vento del cambiamento, poi in verità mai visto, neppure per sbaglio”,  ha concluso Talerico.

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