Aperta un’inchiesta sul crollo del ponte a Longobucco
La procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo sul crollo del ponte della strada Sila-Mare, nel comune di Longobucco avvenuto mercoledì sera. Il ponte era stato chiuso al traffico dall’Anas poco prima del crollo a causa di una frana. Una tragedia evitata sulla quale i magistrati vogliono vederci chiaro. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Roberto Occhiuto: “Ho tenuto una riunione, che ho convocato d’urgenza, subito dopo avere visto queste immagini incredibili. Si tratta di un ponte costruito soltanto nove anni fa dai Comuni del posto, i Comuni della Comunità montana Destra Crati-Sila Greca, che crolla in questo modo. Sono immagini che ricordano il ponte di Genova, il ponte Morandi, che ha mietuto tantissime vittime. E sapete perché non ci sono state vittime? Perché Anas, in modo previdente, ha chiuso questo tratto di strada, e quindi ha impedito che passassero mezzi di cantiere ed automobili. Altrimenti oggi commenteremmo una tragedia”. “La forza del fiume Trionto, dopo le piogge delle ultime ore, ha fatto crollare una parte del ponte. Solo la fortuna ha fatto sì che non si registrassero incidenti con gravi ripercussioni a chi quel ponte attraversa ogni giorno per andare a lavorare o fare rientro a casa”. Lo affermano, in una nota congiunta, Simone Celebre segretario generale Fillea Calabria, Giuseppe De Lorenzo segretario Fillea Cosenza e Maria Elena Senese segretaria generale Feneal Uil. I lavori per il viadotto della Sila-Mare, sono iniziati nel 1990 e ad oggi non sono ancora stati ultimati. Nonostante i 33 anni trascorsi e una spesa di 100 milioni di euro, solo 11 dei 25 chilometri totali sono percorribili. Abbiamo sfiorato la tragedia, ma solo perché il ponte era stato chiuso al transito poche ore prima da Anas, altrimenti oggi avremmo pianto dei morti. Bisogna con urgenza e solerzia accertare le responsabilità visto che parliamo di un ponte ultimato e dunque collaudato solo 9 anni fa”.