Così Don Vasyl Kulynyak ai funerali della bimba ucraina di 5 anni: “La piccola Taisiia uccisa da un bullo”

“Taisiia è già in paradiso, perché secondo l’insegnamento della Chiesa, sia cristiana che ortodossa, una bimba innocente ritorna al paradiso, dove non c’è dolore, malattia, sofferenza, ma una vita felice. E dal paradiso sta pregando per i suoi genitori ma anche per il mondo e la pace”. Don Vasyl Kulynyak, sacerdote di rito ortodosso, accoglie con queste parole la piccola bara bianca sormontata da un grande fascio di fiori dello stesso colore al suo ingresso nella basilica catterale di Crotone. E’ lui ad officiare i funerali della bambina ucraina di 5 anni morta nella serata di domenica scorsa su una strada di periferia, centrata in pieno da un furgone condotto da un giovane crotonese di 18 anni privo di patente di guida e adesso in carcere per omicidio stradale aggravato. Nell’incidente è rimasto ferito anche un ragazzo crotonese di 16 anni che teneva in braccio la piccola Taisiia; illesa invece la cugina 17enne della bimba. Dietro la piccola bara bianca ci sono i genitori di Taisiia, straziati ma composti che si tengono per mano. C’è il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, il prefetto Maria Carolina Ippolito, i vertici delle forze di polizia e poi la comunità ucraina che vive a Crotone e si è stretta intorno a questa famigliola così duramente colpita. La loro disperazione è rimarcata anche da don Vasyl, che è stato contattato anche dal consolato ucraino per portare conforto e dare sostegno a quelle persone: “È tragico venire qui per salvare la loro bimba dai bombardamenti e dalla guerra e trovare un momento così triste. Una ferita così profonda si rimargina solo con la preghiera, con l’aiuto di Dio, con il sostegno delle altre persone, il sostegno di tutta la comunità cristiana”.
Il sacerdote ortodosso è duro quando si fa riferimento al diciottenne che ha investito la bimba, forse – sospettano gli inquirenti che ancora stanno indagando sulla vicenda – addirittura in modo deliberato: “A quel ragazzo cosa si puo’ dire, uno che fa del male fa male a tutti. Dispiace che lui dopo aver fatto tutto questo sorrideva. Speriamo che capisca quello che ha fatto e chieda persono a quei genitori e a tutti coloro i quali ha fatto del male fino a questo momento”. “Non possiamo stare in silenzio per quello che è successo” ha aggiunto padre Vasyl Kulynyak, parroco della comunità ucraina della diocesi di Crotone, nell’omelia pronunciata durante i funerali della bambina ucraina morta domenica scorsa in un incidente stradale.
“È triste quando, come è accaduto a Cantorato (la contrada in cui è avvenuta la tragedia) – ha aggiunto il religioso – una persona viene uccisa da un bullo che spaventava la zona. Bisognava fare prevenzione prima. Anche in Ucraina – sono state le parole forti di don Vasyl riferite alla guerra – noi soffriamo per un bullo e tutti sono stati in silenzio ed ora ci fanno le condoglianze mentre la gente viene uccisa. Sono migliaia i morti. Bambini e adulti che sono sempre figli di qualcuno”.
Durante la messa, celebrata in italiano ed ucraino, il sacerdote ha ammonito: “Noi oggi chiediamo davanti a questa salma la pace. Non possiamo però stare silenziosi davanti a uno che fa male ad altri. Siamo tutti responsabili e come cristiani dobbiamo difendere i deboli, prevenire il male”.