Draghi lascia, elezioni forse il 2 ottobre
E’ arrivato infine al capolinea il Governo Draghi. Mercoledì 20 luglio in Senato si è consumato uno psicodramma irragionevole e paradossale, anche dal punto di vista strettamente costituzionale. La giornata è iniziata con le “comunicazioni” del premier. Un Draghi teso, a tratti duro, ha ricordato i meriti del suo Governo, ha bacchettato un po’ i Cinquestelle che hanno innescato la crisi, ha bacchettato anche la Lega e ha infine chiesto la fiducia alla sua maggioranza riproponendo un “patto” che avrebbe dovuto allontanare dal Governo le fibrillazioni e gli attacchi interni che ne avevano caratterizzato gli ultimi mesi. Tutti attendevano le decisioni finali di Conte e dei Cinquestelle, ma nel frattempo Lega e Forza Italia avevano depositato una risoluzione dichiarando disponibilità per un Draghi bis ma senza i Cinquestelle. Nelle dichiarazioni di voto, poi, sia i Cinquestelle che Lega e Forza Italia dichiaravano che non avrebbero votato la risoluzione presentata da Casini e su cui Draghi aveva chiesto la fiducia. Fiducia tecnicamente arrivata con 95 voti a favore e 38 contrari. La crisi precipitava e in serata la fine del Governo Draghi diventava inevitabile. Ora Mattarella, che ha sperato fino all’ultimo che la situazione potesse rientrare, quasi certamente decreterà lo scioglimento delle Camere e si andrà dunque al voto, probabilmente il 2 ottobre prossimo. La diciottesima legislatura ha finora dato vita a tre Governi e due crisi. Le elezioni si svolsero il 4 marzo 2018. Il Governo gialloverde Conte I giurò il primo giugno 2018. La crisi decisa da Matteo Salvini nell’agosto 2019, detta del Papeete, portò il 5 settembre 2019 al giuramento del Governo giallorosso Conte II. Furono le dimissioni delle ministre di Italia viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti ad aprire la crisi nel gennaio 2021. Il nuovo Governo Draghi, con una maggioranza dalla Lega a Leu, giurò il 13 febbraio 2021. Mercoledì 20 luglio l’epilogo.