Esposito: “Un errore penalizzare anatomia patologica a Crotone”

CATANZARO. “Penalizzare la S.O.C. di Anatomia Patologica dell’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone sarebbe un grave errore tanto nel merito, quanto nella forma”: ad affermarlo è il Vice Presidente della Commissione Sanità, On. Sinibaldo Esposito, in un comunicato stampa in merito al decreto di riorganizzazione delle strutture ospedaliere a firma del Commissario Scura. “Nell’atto prodotto dalla struttura commissariale – continua Esposito – si avvia un percorso di razionalizzazione che, a nostro avviso, viene eseguito meramente come analisi fredda e asettica della realtà territoriale sanitaria, tralasciando in parte quei criteri di buon senso e razionalità che dovrebbero in ogni caso animare chi, a vario titolo, detiene la programmazione/gestione della cosa pubblica. Nel caso specifico, tramite un erroneo inserimento della struttura nella rete generale di Laboratorio Analisi di Chimica – Clinica, Microbiologia e Centri trasfusionali, nonché contraddicendo platealmente il precedente DCA n.84, in cui si fa un giusto distinguo dalla rete Analisi per le caratteristiche specifiche della struttura, il “San Giovanni di Dio” dovrebbe così subire un declassamento netto, insindacabile e al contempo inappropriato dell’Anatomia Patologica crotonese. Riteniamo pertanto tale declassamento a struttura semplice dell’U.O.C. Anatomia Patologica, anche in considerazione della presenza di un Dirigente medico di secondo livello regolarmente operante, un fatto molto grave almeno per due motivi: il primo per questione di merito, il decreto, infatti, non tiene conto del fatto che la struttura è ormai diventata un riferimento per l’utenza non solo crotonese ma anche regionale; il secondo per questione di esclusività, la struttura, per le sue acclarate specificità nel campo del trattamento dei tessuti biologici e delle attività di Biologia Molecolare, svolge una attività unica e irripetibile su base regionale. Tutto ciò ufficializzato anche da un riconoscimento formale di queste caratteristiche tramite una specifica procedura recepita a livello Ministeriale. Al fine di porre rimedio a questa evidente stortura di tipo amministrativo e sanitario – conclude il consigliere regionale – auspichiamo una pronta rivisitazione del decreto 30, ragionando eventualmente su soluzioni particolareggiate del caso”.