Expo, Dalla Chiesa: “Le pressioni della ‘ndrangheta sono molto forti”
CATANZARO. “C’è una forte pressione delle imprese di ‘ndrangheta sulla vita di Milano e della Lombardia e, quindi, anche su Expo ed è inutile negarlo”. Lo ha detto Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata all’Università Statale di Milano e presidente onorario di Libera, parlando a margine di un incontro a Catanzaro. Nel corso dell’iniziativa, promossa da Libera Catanzaro dal circolo Placanica, Dalla Chiesa ha presentato il suo libro “Manifesto dell’antimafia” edito da Einaudi. “La ‘ndrangheta – ha aggiunto Dalla Chiesa – tra le organizzazioni criminali è quella che in questo momento conta di più con le sue imprese a Milano e in Lombardia, ma anche in Piemonte ed in Emilia. Non è solo Expo ad attirare le attenzioni delle ‘ndrangheta perché, in realtà, l’esposizione mondiale promuove tutta una serie di attività funzionali al suo successo come è il caso della Tangenziale esterna. Non si tratta soltanto della piastra dei lavori che riguardano Expo, dunque, ma di tutto quello che sta accadendo a Milano e le pressioni, ripeto, sono molto forti”. “In Calabria, anche alla luce di quanto racconta chi opera nelle organizzazioni antimafia sul territorio, c’è necessità di stare molto attenti ai rapporti tra “zona grigia” e politica” – ha aggiunto Dalla Chiesa – . “Altra priorità è quella di difendere davvero le vittime della violenza mafiosa e questo perché, se è vero che molte volte queste persone trovano ascolto, è anche vero che altre volte ciò non accade. Bisogna, quindi, intervenire seriamente”. Alla domanda se in Calabria si avvertano segnali di reazione civile da parte della società nei confronti delle organizzazioni criminali, Dalla Chiesa ha rilevato che “rispetto alla risposta siciliana, quella calabrese è più debole. E questo è un dato di fatto. C’è, ma purtroppo non lascia molta traccia. Mi è capitato ad esempio – ha detto ancora Dalla Chiesa – di assegnare delle tesi di laurea sul movimento antimafia in Calabria e di constatare che alcuni studenti non trovavano materiale. A loro ho detto anche di parlare di cose che ho visto con i miei occhi e di iniziative a cui ho partecipato direttamente. Credo, in definitiva, che ci sia anche il problema di ricostruire il positivo che c’è in questa terra e di darne consapevolezza generale perché questo aiuta”.