Giornalismo, a Vibo la “lectio magistralis” di Antonio Padellaro
“Identità, indipendenza e qualità”: sono questi i tre elementi “utili alla sopravvivenza dei quotidiani”, e più in particolare per la sopravvivenza dei giornalisti. Lo ha spiegato Antonio Padellaro, editorialista del Fatto Quotidiano, nel corso della sua lectio magistralis tenuta nell’ambito del Tropea Festival Legger&Scrivere e degli eventi di formazione continua dei giornalisti. Introdotto da Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Antonio Padellaro ha disquisito intorno all’informazione, alla sua crisi, “per riscoprire l’importanza dell’approfondimento, dell’informazione ragionata, indipendente, onesta”. «Non è mia intenzione fare la morale – ha affermato nel corso dell’incontro Padellaro – ma è una questione di sopravvivenza del giornalismo. Ne va della sua credibilità. Bisogna, oggi, decidere se essere una professione che lentamente muore o ricostruire la credibilità in parte perduta. Esiste una crisi del giornalismo. In parte è dovuta al fatto che, sfidando la noia dei lettori, ci si occupa troppo delle “cronache di palazzo”, cercando di piacere al potere. E dall’altra parte, c’è una informazione troppo superficiale, che evita fatti reali, concreti, ritenuti tristi». Ma per Padellaro esiste una via di uscita che può salvare questa professione «che, come diceva spesso un mio direttore, Claudio Rinaldi, ‘è un mestiere fondato sulle chiacchiere’. Abbiamo dei modelli a cui ispirarci – ha affermato Padellaro in conclusione della sua lezione – per recuperare il contatto con la realtà, e sfuggire ad una certa bulimia di informazione. Esempi di giornalismo che funzionano. Tenendo presente che per far sopravvivere il giornalismo servono identità, indipendenza e qualità”.