Gli animalisti: “Randagismo senza controllo”
Le associazioni animaliste Lav, Enpa, Aidaa e Oipa intervengono sulla tragedia costata la vita, a Satriano, alla ventenne Simona Cavallaro assalita e uccisa da un branco di cani randagi sulle Serre Catanzaresi. “Leggere di questa tragedia -afferma Ilaria Innocenti, Responsabile Lav Area Animali Familiari- ci ha profondamente addolorati ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia della ragazza. La drammatica vicenda sottolinea anche la necessità di prevenire accadimenti del genere con una politica di controllo del fenomeno del randagismo finora molto lacunosa in Calabria. E’ urgente intervenire in questa regione con un’attività sistematica di censimento, microchippatura, sterilizzazione dei cani randagi, nonché di corretta detenzione e controllo di quelli di proprietà specie se utilizzati per la guardia a greggi o altre attività. In autunno in Calabria si svolgeranno le elezioni regionali e la nuova Amministrazione dovrà assolutamente porre il randagismo tra le priorità di intervento”.”Lasciamo che le forze dell’ordine e la magistratura – è scritto in una nota dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) – facciano il loro lavoro per ricostruire nei minimi dettagli quello successo e le motivazioni che hanno portato i cani ad una simile reazione, cosi come chiediamo di verificare eventuali responsabilità da parte di chi quei cani li ha lasciati a guardia del gregge senza le necessarie precauzioni”. “Quanto accaduto sulle montagne di Satriano – è detto nella nota – è chiaro e sotto gli occhi di tutti, alla famiglia della ragazza ed ai suoi amici le nostre più sentite condoglianze, ma pur nel rispetto del dolore di quella famiglia chiediamo che si facciano indagini approfondite e si chiarisca fino in fondo cosa è successo tra quelle montagne”. Anche per il presidente di Oipa, Massimo Comparotto “il randagismo non si crea da sé: questa piaga sociale, molto grave in Italia e soprattutto nel Meridione – prosegue – è determinata dagli scellerati abbandoni e dalle Amministrazioni locali che troppo spesso girano la testa dall’altra parte, invece di sterilizzare, accogliere e promuovere le adozioni. Che in Calabria la Regione, le Aziende sanitarie e i Comuni non abbiano mai preso sul serio la questione randagismo è testimoniata, tra l’altro, dalla mancata comunicazione al Ministero della Salute dei dati sul randagismo 2020”.