Gran lavoro diplomatico, Cecilia Sala è in Italia. La soddisfazione di Meloni, Tajani e Crosetto
Cecilia Sala è libera ed è rientrata ieri in Italia. Il volo con a bordo la giornalista è atterrato verso le 16,15 di mercoledì all’aeroporto militare di Ciampino, a Roma. Ad attenderla la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sindaco di Roma Antonio Gualtieri, oltre ai genitori Renato Sala ed Elisabetta Vernoni. Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”, aveva riferito ore prima Palazzo Chigi. A informare i genitori della liberazione della 29enne romana è stata proprio Meloni. “Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi. Il presidente ha informato personalmente i genitori della giornalista nel corso di una telefonata avvenuta pochi minuti fa”, aveva annunciato una nota di Palazzo Chigi. La conferma era arrivata anche dall’Iran, con il dipartimento media della Cultura e il ministero della Guida islamica che si era limitato a confermare la notizia della liberazione di Cecilia Sala. La giornalista era stata arrestata nella capitale iraniana tre giorni dopo essere arrivata. La sua vicenda si era intrecciata con quella di un ingegnere iraniano arrestato in Italia su mandato degli Stati Uniti. Sollievo e soddisfazione sono stati espressi da tutto l’arco politico italiano, a partire dal vice primo ministro e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Immenso lavoro di Giorgia Meloni in primis e di tutta la squadra dell’Italia. Bentornata a casa”, ha commentato invece il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sono orgoglioso di lei”, ha detto all’Ansa Renato Sala, il padre della giornalista italiana. “Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l’orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia”.