Ha lasciato la clinica la neonata rapita a Cosenza: venerdì interrogatorio di garanzia per i due rapitori

Ha lasciato la clinica la neonata rapita a Cosenza: venerdì interrogatorio di garanzia per i due rapitori

La piccola Sofia, insieme ai genitori, ha lasciato la clinica Sacro cuore di Cosenza per andare a casa. La neonata, sequestrata e liberata dopo poche ore dalla polizia, è uscita dalla clinica portata dal padre Federico Cavoto, accompagnato da uno dei proprietari della clinica, Saverio Greco, e seguiti dalla mamma Valeria Chiappetta, visibilmente sofferente in volto, sorretta da un altro dei proprietari, Giancarlo Greco. “Stiamo bene, ci stiamo riprendendo, grazie a tutti e soprattutto ai miei angeli” ha detto la donna, riferendosi alle agenti della Polizia che le sono state accanto in questi giorni. La famiglia è quindi salita su un’auto che, scortata da una volante della Polizia, si è diretta verso la propria abitazione. E’ intanto in programma per oggi l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida per Rosa Vespa, di 51 anni, e il marito Acqua Moses, di 43, senegalese, sottoposti a fermo per il rapimento di Sofia, la neonata prelevata dalla clinica Sacro cuore di Cosenza e liberata dopo tre ore dalla Polizia. La donna è assistita dall’avvocata Teresa Gallucci mentre l’uomo dall’avvocato Gianluca Garritano. Gli investigatori della Squadra mobile, intanto, stanno indagando per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, a cominciare dal ruolo avuto da Moses nella vicenda. L’uomo, al momento dell’arrivo della Polizia nel suo appartamento, mentre era in corso una festa per l’ingresso in casa di quello che, secondo Rosa, doveva essere suo figlio Ansel, è apparso sorpreso di quanto accaduto ed avrebbe detto di non sapere che dentro la tutina azzurra non c’era suo figlio ma Sofia, la neonata rapita poco prima nella clinica Sacro cuore. Secondo alcune testimonianze raccolte tra conoscenti e familiari della coppia, Rosa Vespa avrebbe simulato per nove mesi una gravidanza, fino ad annunciare su Facebook, l’8 gennaio scorso, la nascita di Ansel. Ai familiari, in quei giorni, avrebbe detto che andava a partorire da sola perché c’erano dei casi Covid in clinica e, successivamente, che il bambino era rimasto in clinica per degli accertamenti. Un racconto tutto da verificare e sul quale stanno lavorando gli investigatori. Gli accertamenti in corso riguardano anche la struttura sanitaria. Troppo facile, hanno sostenuto gli investigatori, entrare, ma soprattutto uscire con una neonata in braccio.

Il Garante delle vittime di reato, Antonio Lomonaco:

“Un protocollo di sicurezza nelle strutture sanitarie”

Il garante regionale per la tutela delle vittime di reato Antonio Lomonaco, alla luce del drammatico episodio del rapimento di una neonata in una struttura sanitaria, “ritiene importante che si avvii un tavolo permanente per la definizione di un protocollo di sicurezza”. “Occorre adottare misure concrete – afferma – per garantire la massima sicurezza in ogni presidio sanitario della regione. Le strutture sanitarie devono essere luoghi protetti, capaci di prevenire qualsiasi evento che metta a rischio l’incolumità di pazienti e operatori”.

 

 

 

 

 

 

desk desk