Inchiesta “Pecunia non olet”: un difetto nelle notifiche fa rinviare il processo
CATANZARO. Non è potuto iniziare a causa di difetti nelle notifiche, a Catanzaro, il processo a carico delle quindici persone coinvolte nell’inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese denominata “Pecunia non olet” su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell’impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese. Il pubblico ministero ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura perché si verifichi cosa abbia comportato tali difetti, mentre i giudici hanno rinviato il tutto alla nuova udienza del 10 dicembre. Gli imputati sono stati rinviati a giudizio lo scorso 14 maggio, su richiesta del pm cui si sono associate anche le parti civili, che sono il Ministero dell’Ambiente (difeso dall’Avvocatura di Stato), il Comune di Catanzaro (rappresentato dall’avvocato Nicola Cantafora), e il Comune di Simeri Crichi (rappresentato dall’avvocato Valerio Murgano). Tra gli imputati compaiono imprenditori, professionisti, funzionari dell’Ufficio per l’emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri, ex Commissario delegato per l’emergenza ambientale in Calabria dal 9 marzo 2011 – che si dimise dall’incarico proprio nel corso dell’inchiesta -, e l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, coinvolto nella vicenda nella sua qualità di ex sub-commissario dell’Ufficio per l’emergenza dal 5 agosto del 2010 all’8 marzo del 2011. Associazione a delinquere, abuso d’ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e disastro ambientale i reati a vario titolo contestati nell’ambito dell’inchiesta.