Inchiesta su una casa di cura a Reggio Calabria, sei arresti (Video)

Inchiesta su una casa di cura a Reggio Calabria, sei arresti (Video)

REGGIO CALABRIA. La Guardia di finanza di Reggio Calabria ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare, tre in carcere e tre ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica sul dissesto della casa di cura privata convenzionata “Villa Aurora”, procedendo contestualmente al sequestro di beni per un valore complessivo di 12 milioni di euro. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria reggino, che hanno condotto l’operazione, hanno anche eseguito un obbligo di dimora. I destinatari dei provvedimenti emessi dal Gip su richiesta della Procura sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, all’autoriciclaggio ed all’omesso versamento di ritenute. Arrestati, tra gli altri, gli ex amministratori della casa di cura, Pietro Domenico Mangiapelo, di 50 anni, e Francesco Margiotta, di 35. Tra i beni sequestrati c’é la stessa casa di cura, già in passato oggetto di un analogo provvedimento poi annullato per un vizio formale. Per Pietro Domenico Mangiapelo il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, mentre Margiotta é stato posto ai domiciliari. Gli altri arrestati sono Giorgio Rea, di 40 anni, ed Alessandro Casinelli (50), ex amministratori di “Villa Aurora”, entrambi in carcere, e Patrizia Ferri (40) e Marco Petricca (35), anche loro coinvolti in passato nella gestione della casa di cura, per i quali sono stati disposti i domiciliari. La misura dell’obbligo di dimora é stata emessa nei confronti di Giuseppe Musto, di 35 anni, collaboratore di Casinelli. L’inchiesta che ha portato agli arresti é stata coordinata dal Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni, e dal sostituto procuratore Massimo Baraldo. In un comunicato la Guardia di finanza, riferisce che le indagini hanno messo in luce “la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di false comunicazioni sociali, truffa e appropriazione indebita in capo ai diversi soci ed amministratori che, nel corso del tempo, si sono succeduti nella gestione e nell’amministrazione della casa di cura, conducendo a ritenere che alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario della società, vi fosse l’esclusiva finalità di depauperarne il patrimonio. É stato dimostrato, tra l’altro, che le somme indebitamente prelevate e distratte dalle casse di ‘Villa Aurora’, sfruttando il meccanismo dei finanziamenti infragruppo, dopo che la struttura era stata acquisita dalla ‘Gruppo Sant’Alessandro spa’, sono state in parte impiegate in altre attività economiche riconducibili agli stessi indagati, mettendo in atto, dunque, condotte di autoriciclaggio. É stato così provocato un depauperamento del relativo patrimonio tanto da causare il dissesto e, di conseguenza, l’ammissione della società ‘Villa Aurora srl’ alla procedura di concordato preventivo. A carico degli amministratori protempore della casa di cura é stato rilevato, inoltre il sistematico omesso versamento delle somme dovute a titolo di sostituto di imposta dal 2012 al 2015. Omissione quantificata in via definitiva, con provvedimento dell’Agenzia delle entrate di Reggio Calabria, in due milioni e 119 mila euro”.

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