Incidenti sul lavoro, due morti in poche ore in Calabria
Due morti sul lavoro in poche ore. Giornata drammatica in Calabria con un bilancio di due vittime in altrettanti incidenti. La prima vittima è un 54enne caduto nel Vibonese da oltre tre metri di altezza in una officina meccanica. Poche ore dopo il secondo decesso, avvenuto in provincia di Cosenza; si tratta di uomo di 41 anni caduto dal tetto di un capannone. La scorsa settimana un operaio di 62 anni era morto a Rende, sempre nel Cosentino, cadendo da un’impalcatura.
I due incidenti di oggi hanno provocato le reazioni dei sindacati, pronti a parlare di una vera e propria “strage di lavoratori”. I segretari generali Angelo Sposato (Cgil Calabria); Umberto Calabrone (Fiom Cgil Calabria); Simone Celebre (Fillea Cgil Calabria) e Giuseppe Valentino (Filcams Cgil Calabria) hanno affermato: “Tragedie come queste non dovrebbero mai avvenire, eppure da gennaio ad oggi in Calabria le morti bianche si stanno susseguendo rapidamente. Auspichiamo che presto si faccia luce su quanto accaduto andando ad individuare le eventuali responsabilità. Non si può perdere la vita lavorando – hanno aggiunto – non è degno di un paese civile. Ecco perché siamo convinti che molto ci sia da fare andando ad incidere sia sulle aziende che sugli stessi lavoratori affinché si arrivi ad una piena consapevolezza e rispetto della cultura della sicurezza sul lavoro. Nelle prossime settimane ci recheremo su diversi luoghi di lavoro nei territori per parlare di prevenzione, per sensibilizzare e informare affinché si adotti un approccio a queste tematiche che non si riduca ad un semplice rispetto delle norme. Allo stesso tempo – hanno scritto i sindacalisti – ci auguriamo che possano aumentare gli Ispettori del Lavoro che in Calabria sono al momento notevolmente al di sotto del fabbisogno, rendendo questo delicato e necessario compito sempre più difficile da svolgere”.
L’Ugl spiega che “siamo di fronte ad una vera e propria ecatombe che ci lascia sgomenti e indignati”, chiedendo “alle istituzioni nazionali e locali di intensificare i controlli sui posti di lavoro. Inoltre, è quanto mai necessario incentivare la formazione e la cultura della sicurezza del lavoro, fondamentale nella prevenzione di simili eventi”.
Anche la Uil di Cosenza ha sottolineato che si tratta di “un numero inaccettabile che richiede un’azione immediata e determinata da parte di tutti. Ogni perdita di vita umana sul posto di lavoro è una tragedia insopportabile e una ferita indelebile nella nostra società. Ogni volta che un lavoratore o una lavoratrice perde la vita a causa di condizioni di lavoro pericolose”. La richiesta è quella di “adoperarsi in modo concreto per garantire condizioni di lavoro sicure per tutti i lavoratori e le lavoratrici della provincia di Cosenza e del nostro paese”.
Cordoglio è stato espresso anche dal presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso: “Non si può morire mentre si lavora. Ogni richiesta per il rispetto delle norme sulla sicurezza rischia di essere vana, se poi non si dà seguito con provvedimenti puntuali e controlli rigorosi. E ogni parola rischia di apparire retorica, dinanzi alle vite stroncate dei lavoratori Vito Farina e Marco Romeo, nel Vibonese e nel Cosentino. Esprimo il cordoglio del Consiglio regionale alle loro famiglie, sicuro che gli organi preposti sapranno accertare le dinamiche della tragedia. Le vittime sul lavoro in Italia sono una strage inaccettabile. Una cifra allarmante e dinanzi alla quale non ci si può assuefare”.