Incontro di formazione per i giornalisti a Lamezia Terme: “Nell’universo social con rigore e consapevolezza”
“Non si può essere giornalisti professionisti nella vita di tutti i giorni e diffusori di fake news sui social media. Non si può essere odiatori seriali quando si è sui social e padri di famiglia nel quotidiano”. E’ uno dei passaggi della riflessione di Vincenzo Corrado, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana, intervenuto a Lamezia Terme all’incontro di formazione per i giornalisti dal titolo “Informazione e religione al tempo dei social”. Conoscenza, formazione, deontologia, consapevolezza della propria identità le chiavi per entrare nella realtà dei social media che, per Corrado, “rappresentano un tempo che suscita interrogativi, una realtà che siamo chiamati ad abitare. La chiave di volta, per il direttore dell’ufficio comunicazioni sociali Cei, è “la tensione a una formazione permanente rispetto all’utilizzo dei social media, una comprensione attenta dei linguaggi che non sono quelle delle generazioni precedenti ma che siamo chiamati a conoscere e comprendere nelle loro particolarità”. Di “necessità di uno studio critico dei social e delle modalità collegate ai social” ha parlato il vescovo di Lamezia Terme Serafino Parisi, delegato Cec per le comunicazioni sociali, che ha richiamato le sfide presenti e future dell’universo social, in particolare sul tema del rapporto tra presenza e realtà, di fronte al rischio di “vivere la realtà solo attraverso la rappresentazione dei social, attraverso il filtro di uno schermo”- Per don Valerio Chiovaro, presidente dell’Ucsi Calabria, “non c’è una pastorale propria dei social media, ma un’unica pastorale che è quella delle relazioni. Se noi continuiamo a contrapporre virtuale e reale, dobbiamo essere consapevoli che per i nostri ragazzi questa differenza non c’è: nella realtà dei nostri ragazzi il virtuale ormai è reale. Occorre ragionare, anche rispetto alle nuove sfide, guardando ai media non solo come strumenti ma inserirli nella dimensione di un’esistenza che, ieri come oggi, ha senso se vissuta per amare e per amore”. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Calabria Giuseppe Soluri, ribadendo il carattere deontologico della tematica dell’incontro, ha rilanciato la necessità di “una piccola rivoluzione copernicana rispetto all’uso dei social media. Nell’era del cosiddetto “tastierismo libero”, formazione e deontologia segnano la differenza tra chi svolge la professione di giornalista e chi usa i social per scrivere ciò che vuole. La notizia ha dignità e credibilità solo se è verificata e filtrata attraverso precise regole deontologiche a cui i giornalisti, e non chi scrive liberamente sui social, sono tenuti”.