Infrastrutture, la Cisl: “Evitare che la Calabria si allontani dal resto del Paese”

Infrastrutture, la Cisl: “Evitare che la Calabria si allontani dal resto del Paese”

CATANZARO. “Le ultime vicende sui mancati investimenti in Calabria impongono una generale assunzione di responsabilità da parte di politica e istituzioni, a tutti i livelli, per evitare che la nostra regione si allontani ancor di più dal resto del Paese”. E’ quanto afferma, in una dichiarazione, Paolo Tramonti, segretario generale della Cisl calabrese. “Per la Cisl – prosegue – bisogna intervenire con urgenza partendo da alcune questioni fondamentali per ridare speranza alla nostra terra: lavoro, infrastrutture e trasporti, difesa del suolo, ambiente, fondi comunitari, sistema socio-sanitario e contrasto alle vecchie e nuove povertà. Così come occorre accelerare a livello regionale sulla riorganizzazione del sistema dei rifiuti e ciclo integrato delle acque, sulla riforma degli assetti istituzionali e riordino burocratico e amministrativo, sul rilancio degli Enti strumentali e società in house”. “Sul lavoro – sostiene ancora il segretario generale della Cisl calabrese – va attuato un piano straordinario che ponga al primo punto la stabilizzazione del precariato esistente ed il varo di politiche attive per creare nuova occupazione e per facilitare il reinserimento di quanti in questi anni sono stati espulsi dal circuito produttivo ed oggi sono collocati in gran parte negli ammortizzatori sociali. Sulle infrastrutture è inaccettabile quanto sta avvenendo in questi giorni per l’ingiustificato passo indietro effettuato dal Governo su opere già finanziate, A3 e statale 106 in particolare, su cui il sindacato ha già espresso il proprio dissenso con la grande manifestazione di Trebisacce dei giorni scorsi”. “Non basta ammodernare – sottolinea Tramonti – ma occorre ripristinare i finanziamenti originari per quegli interventi strutturali che lo stesso Governo ha finora ritenuto necessari. Per la delicatezza delle questioni aperte va urgentemente rilanciato il confronto con il Governo regionale, non solo per contrastare le penalizzanti politiche nazionali, ma anche per avviare programmi e progetti, partendo dal nuovo quadro comunitario 2014-2020, in grado di invertire l’attuale tendenza e rilanciare sul piano economico, produttivo ed occupazionale. In questo senso l’intesa raggiunta da organizzazioni sindacali e Confindustria può rappresentare la base di partenza per un più complessivo coinvolgimento di tutte le forze interessate al miglioramento delle condizioni economiche e sociali della nostra regione”.

 

 

 

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