Istruzione e cittadino del futuro, le riflessioni di uno studente
Un’istruzione solida è quella che permette ad una persona di affrontare il mondo esterno senza la protezione familiare e lontano dalla spensieratezza adolescenziale. La scuola avrebbe il compito di formare l’individuo in modo tale da farlo diventare cittadino attivo di una società futura. E’ noto, però, che la scuola italiana non è sempre stata all’altezza di questo compito. Per far fronte a queste debolezze sono state promosse numerose riforme, più o meno discutibili, che hanno portato, ad un momento (quello che stiamo vivendo) di grande incertezza. Con la recentissima introduzione dell’alternanza scuola-lavoro, abbiamo potuto sperimentare l’inefficienza del nostro sistema scolastico. In realtà sarebbe un’idea davvero interessante, che potrebbe offrire l’occasione di fare esperienze importanti, tali da prepararci ad un futuro ormai prossimo. Purtroppo questa innovazione viene resa inefficace da una mancanza istituzionale, che, specialmente nel sud Italia, (dove c’è assenza totale di infrastrutture e una scarsa partecipazione da parte delle poche aziende presenti sul territorio) ha portato noi alunni a sacrificare ore di lezioni teoriche, sia di discipline umanistiche, sia di discipline scientifiche e d’indirizzo, per recuperare ore di alternanza scuola-lavoro che risultano quasi irrecuperabili. Sta venendo meno, di conseguenza, il concetto fondamentale di cultura, che ha il compito specifico di elevare l’uomo e dargli la possibilità di prendere in mano la propria vita e renderla degna di essere vissuta. Sta, inoltre, venendo meno il ruolo fondamentale dell’istruzione scolastica che è quello di fornire gli strumenti per poter venire in possesso delle competenze da sfruttare in un futuro lavoro. Riflettendo sulla mia esperienza personale, posso solo dire che per me la cultura è tutto; amo avere nuove idee, essere creativo e sfruttare la mia curiosità che mi spinge sempre verso nuove esperienze. Odio l’ignoranza che sta rovinando il mondo, anche se sono a conoscenza del fatto che questa sia effettivamente sinonimo di spensieratezza. Preferisco, però, vivere con qualche problema in più, coltivare le mie idee e magari aiutare il prossimo mettendo in atto la professionalità che spero di acquisire. Quello che vorrei è una scuola in cui coloro che come me hanno voglia di conoscere e imparare, siano valorizzati e stimolati e non mortificati, o , come spesso accade, costretti a memorizzare mere nozioni che certo non aiuteranno la formazione e lo sviluppo dello spirito critico dell’individuo.
Andrea Racinelli