La Cisl Medici al ministro Lorenzin: “Serve una sterzata ad una sanità in agonia”
CATANZARO. Il segretario regionale della Cisl Medici, Mario Marino, ha scritto una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “Leggiamo in questi giorni – afferma Marino – del suo interessamento al dramma della piccola di Vibo Valentia la cui vita, al pari di una meteora, si è bruciata in pochi attimi per colpa di un presunto caso di malasanità. Volevamo comunicarle tutto il nostro apprezzamento per l’impegno suo personale e dei suoi uffici ispettivi nel volere onorare degnamente la memoria di una creatura che, pur se proveniente dall’ultima delle regioni italiane, pur se appartenente ad una famiglia di cittadini qualunque, merita giustizia”. “Noi pensiamo che sia doveroso, da parte di chi ricopre ruoli come il suo – sostiene ancora Marino – far sentire alto il richiamo ad una giustizia che, pur non potendo restituire la piccola ad i suoi affetti, possa almeno rappresentare la forza propulsiva per far sì che certe tragedie non abbiamo a ripetersi. La situazione in Calabria è ad altissimo rischio, questo è evidente. Tante volte abbiamo chiesto un suo autorevole intervento che potesse evitare il collasso della Sanità pubblica in Calabria a causa delle gravissime criticità in cui versa. Non faccia come alcuni suoi poco illustri predecessori, pronti a cavalcare il giusto sdegno dell’opinione pubblica per drammi come quello di questa ultima, piccola, vittima, per propri meschini interessi di bottega. Onori davvero la memoria di questa innocente prendendo provvedimenti capaci di imprimere una decisa sterzata ad una sanità in agonia”. “L’eventuale errore di un medico, ancorché ottimo professionista – rileva il segretario regionale della Cisl Medici – è sempre possibile anche se, non per questo, giustificabile. Se questo dovesse essere appurato, la giustizia farà quel che deve senza sconti per nessuno. In una vicenda in cui i professionisti coinvolti sono tanti e di varie specialità e reparti, c’è qualcosa di più del mero errore personale. C’è qualcosa che non va e non da ieri. Oggi è il centro nascita, ieri il Pronto soccorso generale, l’altro ieri il Centro trasfusione e il giorno ancora prima la Geriatria. Potrà mandare task force, ispettori e Csi per trovare il Cireneo a cui affibbiare la croce ma, se veramente vuole risolvere il problema, deve interrompere l’uso della sanità calabrese come se fosse un pegno per il mantenimento di equilibri politici. I calabresi, con il voto di novembre, hanno chiaramente detto di volere superare questa fase”.