L’appello dei vescovi: “La Calabria non sia sola”

L’appello dei vescovi: “La Calabria non sia sola”

 

La Conferenza episcopale calabra offre al governo regionale la sua collaborazione e lancia un appello a tutte le istituzioni affinché la Calabria “non sia lasciata sola”. Con questo spirito, i vescovi calabresi hanno incontrato il presidente Roberto Occhiuto per affrontare i problemi della regione.
“In continuità con lo spirito sinodale che la Chiesa universale e la Chiesa in Calabria in particolare stanno vivendo – è scritto nel documento diffuso al termine della sessione invernale della riunione della Conferenza tenutasi a Reggio – spronati da papa Francesco ad intraprendere il cammino in uscita per abbracciare le istanze del territorio, i vescovi hanno voluto aprire un dialogo con il mondo istituzionale, invitando ad un incontro il presidente della Regione Calabria, l’On. Roberto Occhiuto. Nel ringraziarlo per aver accolto l’invito, in un clima di fiducia reciproca, di ascolto e di scambio, i presuli – è scritto –  hanno fatto presente al Presidente le istanze, raccolte quotidianamente dalla nostra gente. Per questo l’attenzione si è concentrata principalmente su tre emergenze della Calabria cioè, la Sanità, le infrastrutture e i giovani, e sull’ambito dei Beni culturali ecclesiali, il cui patrimonio, opportunamente valorizzato in collaborazione sinergica, può avere notevoli positive ricadute. Il desiderio di proseguire nella linea di collaborazione – si legge – è stato condiviso per cercare di servire al meglio tutte le persone della nostra terra. In questa linea si è concertato di proseguire in futuro con incontri periodici più ravvicinati di confronto e di verifica”.

I vescovi, è scritto ancora, “si sono anche soffermati sulla disperazione che stanno vivendo coloro che hanno perso il lavoro e soffrendo a causa delle crisi scaturite in seguito alla pandemia, mentre gli episodi di Rende (dove un uomo si è dato fuoco, ndr) e di Mesoraca (dove è morta una bambina di due anni affetta da Covid, ndr) vanno considerati come campanelli di allarme che devono destare l’attenzione delle istituzioni di governo perché la Calabria non può essere lasciata sola”.
I lavori della Conferenza episcopale sono stati presieduti per la prima volta dall’arcivescovo Fortunato Morrone eletto presidente il 4 ottobre scorso. Gli arcivescovi e i vescovi della Calabria, si legge nel comunicato finale, “hanno accolto fraternamente monsignor Claudio Maniago, neo arcivescovo di Catanzaro-Squillace che per la prima volta partecipa ai lavori della Cec”. I vescovi, si fa rilevare, “hanno inoltre condiviso il sollievo di monsignor Bonanno, vescovo di San Marco Argentano – Scalea, assolto dopo 11 anni dall’accusa di violazione del segreto investigativo, che ha ottenuto nel terzo grado di giudizio l’assoluzione con formula piena dopo aver anche rinunciato alla prescrizione”.
I vescovi, si legge anche nel documento, hanno dedicato la loro attenzione “al cammino sinodale delle diocesi e a questioni inerenti la vita ecclesiale regionale. In particolare – è spiegato – sono stati ascoltati i responsabili dei Seminari, dell’Istituto teologico calabro, del Teic, del Teica e del nuovo percorso propedeutico dei candidati al presbiterato avviato a livello regionale nel Seminario di Rende (Cs), un’iniziativa, quest’ultima, particolarmente sentita poiché maturata in un tempo di crisi vocazionale”.

 

 

 

 

 

 

 

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