L’assessore Rocco Albanese: “Bilancio del Comune di Reggio in salvo grazie a Falcomatà”

“In pochi hanno forse compreso realmente l’importanza della delibera adottata mercoledì dal Consiglio Comunale reggino. Gli addetti ai lavori, a cominciare da chi materialmente ha operato su quel testo, sanno bene quanta fatica e quanto lavoro ci sia dietro un risultato del genere. Un percorso che è partito ormai quasi otto anni fa quando l’Amministrazione guidata dal Sindaco Giuseppe Falcomatà si è insediata dopo gli sfaceli del Commissariamento e del piano di rientro che ha portato le tasse al massimo, gettando sulle spalle dei cittadini anni di malgoverno e disastri finanziari”. Cosi in una nota l’Assessore Rocco Albanese commenta la recente approvazione del Patto per Reggio, la misura finanziaria che chiude il cerchio rispetto alle precedenti difficoltà debitorie del Comune di Reggio Calabria. “E’ proprio al sindaco Falcomatà -prosegue- che si deve il merito di non aver ascoltato le sirene che davano per scontata la dichiarazione di dissesto e di essersi rimboccato le maniche e messo all’opera per scalare la montagna debitoria che pesava come un macigno sulle casse comunali, ma anche per ricostruire la credibilità di una città che negli anni era stata violentata ed offesa. Un lavoro meticoloso, quotidiano, -spiega- fatto di viaggi romani e fitte interlocuzioni, di porte chiuse da parte dei Ministeri, solo perchè Reggio Calabria era considerata una città dannata, e poi riaperte una volta compresa la passione, lo spirito costruttivo, la volontà di risanare e di dare un nuovo slancio alle prospettive di sviluppo del nostro territorio. Passo dopo passo -aggiunge Albanese- viaggio dopo viaggio, delibera dopo delibera, sono arrivati i provvedimenti tanto attesi che hanno consentito al Comune non solo di risanare in maniera graduale il famigerato “debito ingiusto”, ingiusto soprattutto perchè pesava sulle spalle dei cittadini, ricostruendo la credibilità di una classe dirigente cittadina che man mano ha acquisito forza ed autorevolezza agli occhi dei ministeri, non solo nei Governi considerati “amici”, ma di tutti i colori politici”.