L’Ugl: “Istituire un osservatorio regionale sui call center”
CATANZARO. L’Ugl-telecomunicazioni ha reso noto di aver inoltrato, nel febbraio scorso, al Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, e all’Assessore e al Lavoro, Carlo Guccione, una richiesta di incontro volta ad aprire un tavolo di confronto finalizzato all’istituzione di un osservatorio sui Call Center in Calabria. “Una battaglia storica – si legge nella nota a firma di Pierpaolo Pisano, coordinatore regionale dei call center – che vede la nostra organizzazione impegnata sul territorio calabrese e che fonda le sue radici su dati oggettivi, ossia la presenza massiccia nella nostra regione di aziende che svolgono attività di Call Center per grandi committenti come Telecom Italia, Vodafone, Wind, Poste Italiane, Enel e, non ultimo, del Comune di Roma. La nostra missiva è stata inviata ai destinatari speranzosi che ciò che hanno dichiarato durante la campagna elettorale sulla politica del lavoro ed ultimamente durante la presentazione del progetto Garanzia giovani, avrà poi la reale priorità. Vogliamo attirare – spiega il sindacato – l’attenzione del governo regionale anche nel difendere il lavoro esistente nella nostra regione che, per quanto concerne i Call Center, potrebbe in tempi medio brevi avere risvolti negativissimi dal punto di vista occupazionale. Negli ultimi mesi la vicenda Infocontact è stata dibattuta nelle sedi governative romane, ad oggi per il ramo di azienda di Lamezia Terme ci sono tante incognite. Citiamo a tal riguardo la vertenza finita male dei lavoratori Phonemedia di Catanzaro. E come non parlare – continua la nota – degli operatori ex Getek “additato” come il miglior call center della pubblica amministrazione e gestito da operatori con un’alta professionalità, i quali però, ahimè, si ritrovano ad essere disoccupati sol perché il nuovo committente ha reputato e deciso di non voler più lavorare con loro in Calabria”. Ma, a giudizio dell’Ugl, “con tutto ciò la politica tutta sembra estraniarsi da queste problematiche, insensibile e per niente propensa a voler intervenire in un comparto, appunto dei call center, cercando di regolamentarlo. Allora ci chiediamo, senza retorica alcuna, come si possano conciliare la volontà di creare posti di lavoro con lo scarso impegno nel voler difendere quelli presenti? Il settore dei call center, rappresenta plasticamente – a parere dell’Ugl – ciò che sta accadendo nei vari settori produttivi del nostro paese. Gare al massimo ribasso, delocalizzazioni, scarsa regolamentazione. La politica regionale, senza presunzione, attraverso la nostra proposta potrebbe mandare un messaggio chiaro per far comprendere che quel proclamato “cambio di passo” è veramente in essere. Ma se il buongiorno si vede dal mattino allora a malincuore non possiamo che avanzare i nostri dubbi legittimi e realisti sulla volontà di agire rispetto all’istituzione di un osservatorio regionale sui Call Center. Stando ai fatti, fronte ai dati economici negativi, a vertenze sindacali faticose e troppo spesso gestite in un clima “emergenziale”, si rischia di cedere il passo alla tirannia dei licenziamenti collettivi, dando prosperità alla disoccupazione, alla precarietà, proprio per mancanza o assenza di volontà politica; alla tirannia dello sradicamento economico e sociale di tanti giovani che hanno scelto di restare in Calabria solo per amore e nei confronti di una terra che troppo spesso ne mortifica talento e professionalità”.