Mafia: tutela dei minori, accordo con ministeri e Regione Calabria
REGGIO CALABRIA. I minori e i giovani adulti della Calabria provenienti o inseriti in contesti familiari di criminalità organizzata potranno da oggi beneficiare di specifiche misure di tutela previste da appositi percorsi personalizzati di rieducazione, sostegno e reinserimento sociale. Lo prevede l’Accordo quadro per la realizzazione del Progetto “Liberi di scegliere” sottoscritto sabato a Reggio Calabria dai ministri della Giustizia Andrea Orlando e degli Interni Marco Minniti, da rappresentanti della Regione Calabria, delle Corti di appello di Catanzaro e Reggio Calabria, nonché dei tribunali e delle procure per i minorenni dei due capoluoghi calabresi. “I provvedimenti assunti dal Tribunale dei minori – ha dichiarato il guardasigilli – affrontano nel giusto spirito il fenomeno dei giovani che crescono in contesti mafiosi. In questi anni ci siamo soffermati se due questioni: che senso deve avere la pena e quali sono gli strumenti di prevenzioni da affiancare alla repressione nella lotta alla criminalità. Il progetto di oggi è la risposta più alta alla nostra domanda. Nel nostro Paese si investe molto nella repressione attraverso il carcere, ma abbiamo il tasso di recidiva più alta a livello europeo. Questa situazione non vale per il carcere minorile. Su esecuzione penale per i minori siamo fortemente innovativi. Così come si è lavorato molto nell’ambito della prevenzione”. “Nella stesura del Protocollo che firmiamo oggi – ha continuato il ministro Orlando – ci si è mossi con grandissimo equilibrio e con grande equilibrio si è costruita una strada per garantire la crescita e l’educazione dei giovani socializzati in ambienti criminali. Il progetto si intitola ‘Liberi di scegliere’. Si tratta di un titolo suggestivo. Qual è la libertà di scelta di un minore che cresce in determinati contesti? Qual è il suo margine di scelta rispetto a un altro minore che cresce in altre realtà? Spesso è la famiglia stessa che chiede al minore di delinquere per sostenerla economicamente. Allora, in questi ambiti, far rompere i ragazzi con il contesto di appartenenza per consentire loro di scegliere un’alternativa di vita rispetto a quella che la ‘ndrangheta avrebbe segnato per loro, è possibile se si realizzano due condizioni essenziali: se non si pensa ai due momenti di interventi dello Stato, prevenzione e repressione, come interventi separati, dunque, è necessario far dialogare i diversi soggetti che seguono i minori. La seconda condizione riguarda le risorse e ringrazio e presidente Regione Calabria si è impegnato per dare corpo a questa serie di passaggi. Il tema libertà di scelta è dirimente e su questo si deve cimentare la politica e la classe dirigente in un contesto in cui l’ascensore è rappresentato dalla criminalità. Certo, l’ambiente non può assolutamente giustificare nessuna scelta criminale, ma dobbiamo lavorare per ampliare la libertà di scelta. Ringrazio i magistrati che, su un tema così delicato, hanno lavorato con grande professionalità, senza nessun approccio schematico e ideologico. Consideriamo l’accordo di oggi come un passo di un percorso più lungo che mi auguro si possa intraprendere ed estendere al territorio nazionale”. Il progetto, che ha durata biennale, è rivolto ai minori e ai giovani adulti inseriti nel circuito penale (condannati, ammessi alla messa alla prova o collocati presso i servizi minorili residenziali) o sottoposti a una misura alternativa alla detenzione, che siano comunque provenienti da nuclei familiari contigui o vicini alla criminalità organizzata del territorio; ai figli di soggetti indagati o imputati o condannati per reati legati alle mafie del territorio; ai minori in carico al Tribunale per i minorenni che siano vittime di maltrattamenti intrafamiliari legati a dinamiche di criminalità; e, infine, ai minori sottoposti a protezione o ricompresi nelle speciali misure di protezione. Specifiche equipe multidisciplinari appositamente create, di cui faranno parte assistenti sociali, rappresentanti del Servizio sanitario regionale ed enti locali, saranno chiamate ad elaborare ed attivare progetti socio-educativi individualizzati rivolti a tutelare la regolare crescita psico-fisica dei ragazzi e a sviluppare opportunità formative, lavorative e ricreative, valorizzando le loro specifiche potenzialità e inclinazioni e promuovendo i valori della legalità, anche attraverso interventi di giustizia riparativa e di mediazione penale che coinvolgano il nucleo familiare di appartenenza.