Messa a punto dal cardiochirurgo calabrese Alfonso Agnino una nuova tecnica per la valvola mitrale

Messa a punto dal cardiochirurgo calabrese Alfonso Agnino una nuova tecnica per la valvola mitrale

Una tecnica chirurgica innovativa che propone una riparazione della valvola mitrale nel rispetto dei tessuti è stata messa a punto dal cardiochirurgo calabrese Alfonso Agnino (nella foto), attuale primario e responsabile della chirurgia mininvasiva cardiochirurgia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, un ospedale che rappresenta la storia della cardiochirurgia italiana. La nuova tecnica di ricostruzione del lembo posteriore della valvola mitrale è stato pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “The Journal of Thoracic and Cardiovascular Surgey”. Abbiamo incontrato il dott. Alfonso Agnino a Rossano dove torna con una certa frequenza, oltre che a Catanzaro e a Reggio Calabria, per seguire i suoi pazienti, e gli abbiamo chiesto di spiegarci questa nuova tecnica e perché chiamata Lavaredo. “Ho chiamato questa nuova tecnica Lavaredo technique -ha detto il dott. Agnino- per la particolare similitudine anatomica geografica tra le caratteristiche morfologiche della lesione del lembo posteriore della valvola mitrale e le mitiche cime dolomitiche. Qualche anno addietro -ha proseguito il cardiochirurgo- grazie al potenziamento visivo della telecamera che uso in sala operatoria per questi interventi, ho capito come utilizzare la parte sana della valvola mitrale. Per alcuni tipi di lesione questa tecnica riduce i tempi chirurgici e i rischi di fibrosi. Ad oggi i risultati a breve-medio termine sono ottimi. Questo tipo di ricostruzione si può applicare a circa il 15% dei casi di rottura della valvola mitrale”. Qual è il vantaggio di questa nuova tecnica? “Il vantaggio della ricostruzione è che il paziente non ha una protesi -ha concluso il dott. Agnino-. Sostituire una valvola può essere più semplice; nella ricostruzione ci sono molti più fattori a cui pensare, bisogna comprendere perché quella valvola non funziona e quindi il chirurgo deve applicare la tecnica più adatta per ripristinare il corretto funzionamento mantenendo l’architettura interna del cuore”. Così è, in attesa di ulteriori nuovi progressi scientifici.
Cosimo Bruno

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