San Ferdinando, migranti in corteo: “Chiediamo giustizia per Soumaila Sacko”

San Ferdinando, migranti in corteo:  “Chiediamo giustizia per Soumaila Sacko”

 

SAN FERDINANDO. “Chiediamo giustizia. Soumaila Sacko era padre di una bambina di 5 anni e aveva una moglie in Mali”. Hanno marciato fino al Comune di San Ferdinando i braccianti extracomunitari scesi in piazza per protestare contro l’uccisione del giovane 29enne maliano avvenuta a San Calogero, centro del Vibonese, in circostanze non ancora chiarite. I manifestanti hanno attraversato le strade del paese fino al Comune, mostrando la fotografia del ragazzo incollata su pezzi di cartone. A parlare per tutti è stato uno dei suoi amici, rivendicando condizioni di vita migliori per i braccianti immigrati del comprensorio. Una delegazione è stata ricevuta al Comune. Fra l’altro, i dimostranti lamentano di non avere da due giorni l’acqua nella nuova tendopoli allestita nell’agosto scorso dalla Protezione Civile regionale.

Era scattato in mattinata lo sciopero dei braccianti nella Piana di Gioia Tauro indetto dal sindacato autonomo Usb dopo l’uccisione di Soumaila Sacko, il migrante maliano di 29 anni ucciso a San Calogero da una delle fucilate che hanno ferito altri due connazionali. Sulle cause dell’omicidio stanno ancora indagato i Carabinieri, che tendono ad escludere il movente razziale, ma nella baraccopoli di San Ferdinando, uno centri della piana che ospita alcune centinaia dei 1.500 extracomunitari che lavorano nelle aziende agricole della zona, ieri notte sono stati incendiati copertoni e rifiuti per protesta dopo l’uccisione del giovane attivista dell’Usb. Dopo l’incendio del 27 gennaio scorso che distrusse 200 baracche e in cui morì carbonizzata una donna, Becky Moses, la Prefettura ha allestito una nuova e più confortevole tendopoli, dotata di mensa, alloggi e docce, ma ancora centinaia di migranti vivono nella vecchia baraccopoli in condizioni di estremo degrado. Molte le analogie con la situazione che diede vita alla “rivolta di Rosarno” nel 2010. Anche allora il cerino che accese la miccia un atto di violenza ai danni degli immigrati: due di loro furono presi a sprangate, e altri due furono vittime di una sparatoria a Laureana di Borrello.

Il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ieri pomeriggio, nel municipio di San Ferdinando, ha incontrato una delegazione di braccianti extracomunitari.

I braccianti africani avevano in precedenza incontrato il sindaco ed il commissario per l’emergenza migranti avanzando una serie di richieste volte a migliorare la loro condizione, alla presenza di funzionari di Polizia.

 

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