Ndrangheta e appalti a Taurianova, quarantotto arresti: sequestrati beni, titoli e aziende per 25 milioni di euro

REGGIO CALABRIA. E’ di 44 arresti il bilancio di un blitz contro la ‘ndrangheta coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Un’operazione congiunta dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha permesso di eseguire 44 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e 4 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettante persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta. Oltre a numerose perquisizioni, è in corso anche un imponente sequestro di beni, per 25 milioni di euro. Tra gli arrestati dell’Operazione “Terramara – Closed”, figurano Domenico Romeo, già sindaco di Taurianova in carica dal giugno 2007 al 5 gennaio del 2009 e dal maggio del 2011 al luglio del 2013, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver favorito le cosche di Taurianova con la concessione di autorizzazioni atte a beneficiare imprese riconducibili alle cosche, e Francesco Sposato – già assessore allo Sport, Turismo e spettacolo nella prima giunta del sindaco Romeo di cui era uomo di fiducia e consigliere di minoranza nella seconda Giunta Romeo – accusato di partecipazione ad associazione mafiosa (gruppo Sposato-Tallarida aderente al cartello Zagari-Viola-Fazzalari), con il ruolo di far acquisire – con azioni corruttive, abusando della sua qualifica di pubblico ufficiale – il controllo degli appalti pubblici di Taurianova alla cosca di appartenenza. Le indagini hanno consentito di rilevare che la rottura degli equilibri tra i due uomini politici si era registrata nel momento in cui il sindaco si era opposto alla realizzazione del progetto imprenditoriale della famiglia Sposato, finalizzato all’acquisizione del controllo e gestione del cimitero di Iatrinoli di Taurianova. L’inchiesta svela come quella amministrazione comunale avesse improntato la propria azione politico-amministrativa a soddisfare gli interessi e le istanze provenienti delle cosche della ‘ndrangheta. I provvedimenti cautelari personali e reali costituiscono l’esito di 5 separati segmenti investigativi, svolti dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sviluppati nell’arco temporale 2012-2016 e focalizzati sulle dinamiche delle consorterie di ‘ndrangheta attive mandamento tirrenico della provincia reggina, con specifico riferimento al contesto di Taurianova. In particolare, le indagini hanno consentito di individuare sia gli aspetti strutturali sia quelli dinamici del gruppo mafioso “Sposato” operante in Taurianova e comuni limitrofi (appartenente alla cosca di ‘ndrangheta Zagari-Viola-Fazzalari, così come già emerso nell’ambito della nota operazione “Taurus”) che si interessa e si impone nel mondo imprenditoriale per lo più nell’edilizia ed in quello alimentare, condizionando l’assegnazione degli appalti, insinuandosi e permeando ogni aspetto della vita democratica, essendo state acclarate infiltrazioni nel Comune di Taurianova. Gli investigatori hanno accertato come l’ex sindaco della cittadina tirrenica in carica dal giugno 2007 al 5 gennaio del 2009[1] e dal maggio del 2011 al luglio del 2013, mese dello scioglimento per infiltrazione mafiose del Comune, Domenico Romeo (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e destinatario di una delle misure in esecuzione), sia stato il “referente politico” dei due sodalizi, essendo stato eletto grazie al supporto della ‘ndrangheta ed essendosi attivato, una volta in carica, per favorire la concessione di autorizzazioni edilizie a favore di imprese del settore fotovoltaico riconducibili alle cosche. Le indagini hanno anche svelato gli interessi e le imposizioni della famigli Sposato nell’appalto pubblico per gestione pluridecennale del cimitero di Iatrinoli, mediante il sistema del project financing che avrebbe fruttato diversi milioni di euro ed individuato tutti i soggetti che, attraverso un sofisticato circuito criminale, avevano favorito la ventennale latitanza di Ernesto Fazzalari, esponente di spicco dell’omonima consorteria criminale catturato dall’Arma reggina in data 26 giugno 2016. Con l’odierno provvedimento, il gip del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di preventivo, finalizzato alla confisca, di quote di capitale e patrimoni aziendali di 22 Imprese/Società, operanti nel settore edilizio, della ristorazione, ortofrutticolo e dei trasporti,55 fabbricati, anche nelle province di Rieti e Pesaro, 65 terreni, anche siti in provincia di Pesaro e 15 autoveicoli.