‘Ndrangheta: beni per 1,5 milioni confiscati nel Reggino
REGGIO CALABRIA. Beni per un valore complessivo di 1 milione e 500 mila euro sono stati confiscati dalla Polizia di Stato, che ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – sezione misure di prevenzione, su proposta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo, a carico di Matteo Gramuglia di 61 anni e del figlio Vincenzo di 35 anni. Padre e figlio erano stati arrestati nel giugno 2010 nell’ambito dell’operazione “Cosa mia”, che ha coinvolto tra gli altri numerosi esponenti delle cosche Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano di Palmi e delle cosche contrapposte dei Bruzzise-Parrello, operanti nella frazione Barritteri di Seminara. Gli arrestati erano accusati a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata alla gestione degli appalti pubblici del V macrolotto dell’autostrada A3. In primo grado Matteo Gramuglia è stato condannato a 14 anni, il figlio invece è stato assolto sempre in primo grado, dall’accusa di associazione mafiosa. Il Tribunale – Sezione misure di prevenzione di Reggio Calabria, tuttavia, ha ritenuto col provvedimento di confisca che Vincenzo Gramuglia, titolare dell’omonima ditta individuale gestita col padre, avrebbe consapevolmente favorito la cosca Parrello. Le indagini patrimoniali hanno dimostrato una sproporzione tra i redditi percepiti e il patrimonio a loro direttamente o indirettamente riconducibile. La confisca ha riguardato 2 terreni, un appartamento ubicato a Taurianova, il patrimonio aziendale dell’impresa individuale comprensivo dei conti correnti e 17 automezzi, 9 polizze assicurative.